Mattarella a Belgrado: «Sì alla Serbia nella Ue»

Guardare all’Europa non significa dare rilievo soltanto «alla sua dimensione economica» ma, principalmente, ai suoi valori di democrazia. A Belgrado, dove è in visita ufficiale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella esprime il forte «sostegno dell’Italia» alla candidatura di adesione della Serbia all’Unione europea e sottolinea la capacità del paese balcanico di proseguire con caparbietà nel percorso di integrazione «in un momento in cui sarebbe stato facile ascoltare le sirene dell’euroscetticismo e di anacronistici nazionalismi».

Parole forti che destano particolarmente l’attenzione dei commentatori politici in una giornata segnata dal successo del partito Podemos alle amministrative in Spagna e dalla vittoria del candidato euroscettico Andrzej Duda alle presidenziali in Polonia. Due affermazioni lette da qualcuno come segnali di una perdita di affezione nei confronti delle istituzioni europee.
L’Europa rappresenta e deve rappresentare un «traguardo» per i popoli europei. In particolar modo, in questo periodo durante il quale «stabilità e pace sono minacciate» da quanto sta avvenendo ai suoi confini meridionali in Medio Oriente e Africa deve «dimostrare coesione, unità di intenti e solidarietà».

Mattarella fa riferimento anche alla «perdurante crisi economica e finanziaria», spiegando che queste «difficoltà non sono «insormontabili e vanno superate» e che «non possono e non devono giustificare arretramenti o inversioni di rotta».

«Anzi - aggiunge il capo dello Stato - impongono visioni politiche coraggiose e lungimiranti, come quelle cui Belgrado ha ispirato la propria azione negli ultimi anni».

La Serbia ha presentato la propria candidatura all’ingresso nell’Ue e ha nell’Italia - come sottolinea il presidente Tomislav Nikolic - «un amico e un convinto sostenitore».

Il processo di adesione del Paese balcanico è già iniziato lo scorso anno ma Belgrado attende ancora, con ansia, l’apertura dei primi capitoli negoziali su cui pesa il dossier relativo alla indipendenza del Kosovo che la Serbia contesta. L’Italia - che nella piccola nazione a maggioranza albanese è impegnata con uno dei più cospicui contingenti della forza Nato di pacificazione - vede in Belgrado un elemento essenziale per il mantenimento della stabilità e della pace nella sempre più inquieta area balcanica.

L'adesione della Serbia all’Ue - spiega il capo dello Stato italiano - «è nell’interesse dell’Europa e nell’interesse ed equilibrio dell’intera area. Servirebbe per completare il disegno europeo». Belgrado confida nell’appoggio dell’Italia in vista di una rapida apertura dei capitoli. A Mattarella viene riservato l’onore di intervenire presso l’assemblea nazionale serba dinnanzi al premier e buona parte del governo, ed il suo discorso è stato trasmesso in diretta televisiva dalla principale tv serba.

«In un periodo della storia in cui l’attenzione dell’Europa e del mondo è focalizzata su gravi crisi ed emergenze ai confini orientali dell’Unione e nel Mediterraneo ritengo si debba mantenere viva la nostra attenzione sugli equilibri, ancora non pienamente assestati, della Regione Balcanica», spiega Mattarella sottolineando anche il ruolo di intermediazione che Belgrado, che quest’anno detiene la presidenza dell’Osce, svolge nei confronti della Russia anche in merito al dossier Ucraina.

Domani, martedì, il presidente italiano sarà a Podgorica, capitale del Montenegro, per la seconda tappa della sua nuova missione nei Balcani occidentali. Il 22 e 23 aprile scorsi Mattarella ha fatto visita ufficiale in Slovenia e Croazia a testimonianza dell’attenzione che Roma riserva, oltre alla area del Mediterraneo, a tutta la vicina regione balcanica.

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