Comunità di valle, elezioni il 10 luglio ma votano soli i "grandi elettori"

di Luisa Maria Patruno

È vero che la riforma delle Comunità di valle ha eliminato l'elezione diretta - ovvero il voto dei cittadini - per il presidente e dell'assemblea, ma restano pur sempre le poltrone (benché ridotte di numero) da ricoprire.

E per decidere chi far sedere ai vertici delle 15 Comunità di valle saranno i "grandi elettori", scelti tra sindaci e consiglieri comunali dei 210 comuni trentini, che saranno chiamati alle urne il 10 luglio.

Per questo i tempi sono molto stretti. Si è appena conclusa la campagna elettorale delle comunali - 8 comuni sono ancora impegnati nel ballottaggio - e già le forze politiche stanno pensando a chi fare correre per la presidenza e nelle liste del per Comunità di valle. Il termine per la presentazione delle candidature, infatti, è il 10 giugno. Lo ha stabilito martedì scorso la giunta provinciale che, su proposta dell'assessore agli enti locali, Carlo Daldoss, ha approvato il regolamento che dà attuazione alle nuove regole per l'elezione degli organi della Comunità, anche se spetterà ora al presidente della Provincia indire con decreto le elezioni.

Entro il 25 giugno i consigli comunali devono invece scegliere al proprio interno i «grandi elettori». I segretari provinciali di Pd, Patt e Upt si sono già ritrovati proprio per discutere dei criteri per spartirsi i candidati alla presidenza delle 14 Comunità (la quindicesima è il Comun General di Fassa), se riusciranno a presentare unito il centrosinistra autonomista. Stessa cosa dovranno iniziare a fare le altre forze politiche.

Tra gli attuali presidenti del centrosinistra intendono ripresentarsi dell'autonomista Sergio Menapace (val di Non) e per il Pd di Salvador Valandro (Alto Garda e Ledro) e Luca Sommadossi (Valle dei Laghi). gi altri non è ancora chiaro.

Presidente della Comunità di valle.

La riforma approvata nel 2014 stabilisce che il presidente della Comunità di valle possa essere un sindaco, un assessore comunale, un consigliere comunale o anche un cittadino che non fa parte di nessuno dei consigli dei comuni dell'ambito di una Comunità. A un candidato presidente può essere collegata una sola lista composta da candidati al consiglio di Comunità che possono essere consiglieri comunali o anche semplici cittadini. Viene eletto il candidato presidente che ottiene la maggioranza assoluta dei voti. Se nessuno supera il 50% è previsto il ballottaggio tra i due più votati. In base ai voti ottenuti dal candidato presidente vincente vengono attribuiti da un minimo del 60% a un massimo del 70% dei seggi. Resta dunque minimo un 30% di seggi per le minoranze.

Il Consiglio di Comunità di valle.

Quella che oggi è l'assemblea della Comunità si chiamerà «consiglio di Comunità» e sarà nei numeri molto più ridotto. Sono previsti 22 componenti (escluso il presidente) nelle Comunità con più di 40 mila abitanti; 16 per le Comunità con popolazione da 20.001 a 40.000; 12 componenti da 10.001 a 20.000; infine 10 componenti nelle Comunità più piccole fino a 10 mila abitanti. A votare sono i «grandi elettori». Il 10 luglio non saranno i cittadini a scegliere i vertici delle Comunità di valle, ma i «grandi elettori» che sono eletti all'interno di ciascun consiglio comunale. Le nuove regole prevedono un numero di rappresentanti diverso per ciascun consiglio comunale in base alla popolazione. Così, i comuni fino a 500 abitanti hanno diritto a 3 grandi elettori (tre voti); da 501 a 1.000 abitanti saranno 4; da 1.001 a 2.000 diventano 5; da 2.001 a 4.000 salgono a 7; da 4.001 a 5.000 sono 8; da 5.001 a 8.000 diventano 9; da 8.001 a 12.000 si sale a 11; da 12.001 a 20.000 sono 14; da 20.001 a 30.000 sono 16; infine sopra i 30.000 abitanti, ovvero a Rovereto, spettano 20 grandi elettori.

Al voto anche chi vuole fondersi.
Anche i consigli comunali dei 54 comuni che hanno deliberato di fondersi dovranno scegliere i loro grandi elettori e partecipare il 10 luglio all'elezione di presidente e consiglio della propria Comunità di valle.                         

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