Sono quasi ottomila le vittime del sisma Giù 200mila edifici

Continua a salire il numero di vittime del devastante terremoto in Nepal, arrivando a quasi 8mila morti e si teme che la triste conta non si sia ancora conclusa.
È finita invece l'apprensione per gli ultimi italiani che erano stati segnalati nel Paese dalle famiglie: gli ultimi due sono stati rintracciati ieri, fermando a quattro il numero dei connazionali morti nel Paese asiatico. I corpi di due delle vittime italiane, gli speleologi Oskar Piazza e Gigliola Mancinelli, sono rientrati in Italia lunedì sera e i loro paesi di origine stanno in queste ore rendendo loro omaggio. Personale dell'Unità di crisi della Farnesina e della Protezione civile proseguono invece le ricerche dei corpi dei due escursionisti Marco Pojer e Renzo Benedetti, le altre due vittime italiane rimaste sepolte da una slavina a circa 3.500 metri di quota sul sentiero del Langtang Trek, a nord di Kathmandu. L'Unità di crisi continua inoltre, insieme all'ambasciata italiana a New Delhi e al consolato generale di Calcutta, a monitorare la situazione per far fronte a ogni evenienza e aiutare i connazionali ancora sul posto.
E mentre alle pendici dell'Himalaya la terra continua a tremare, man mano che i soccorsi riescono ad arrivare nelle zone più remote il ministero dell'Interno nepalese aggiorna il bilancio delle vittime: 7.557 i morti accertati finora, i feriti sono 14.536. Il distretto più colpito è stato quello di Sindhupalchowk (con 2.911 morti) seguito da Kathmandu (1.202).
Per quanto riguarda i danni agli edifici, secondo il ministero sono state completamente distrutte 191.058 case private e 10.718 edifici pubblici.

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