Sisma Nepal: ultracentenario trovato vivo dopo 8 giorni

Le squadre di soccorso nepalesi e straniere impegnate senza sosta nella ricerca di superstiti fra le macerie del Nepal sconvolto dal terremoto del 25 aprile, hanno esultato oggi per la notizia del ritrovamento in vita di quattro persone, fra cui un ultracentenario: una sorta di miracolo visto che poche ore prima le autorita' avevano sostenuto che "non esistevano piu' possibilita'" di estrarre dalle macerie sopravvissuti. Si e' trattato di un grande momento di gioia che non ha però alleviato piu' di tanto il peso di una tragedia che al momento ha causato 7.250 morti e 14.267 feriti e vede ancora oggi molti villaggi remoti nei distretti piu' colpiti abbandonati a se stessi, senza aiuti di sorta. Ed e' da queste zone che giungono le notizie delle sofferenza di chi ha perso tutto e cerca di sopravvivere in attesa di improbabili soccorsi. O le notizie del rinvenimento di decine di cadaveri, come i 51 contati oggi (fra cui sei stranieri) a Lantang nel distretto di Rasuwa, lungo un percorso di trekking.

La caparbieta' dei soccorritori e' stata premiata in almeno due circostanze: la prima quando hanno potuto raggiungere tre donne intrappolate nell'improvviso crollo della loro casa del villaggio di Syauli, nel distretto di Sindhupalchowk, uno dei piu' colpiti dal sisma. La seconda il giorno prima, ma conosciuta solo oggi, con un evento che ha davvero dello straordinario. Un team della polizia nepalese ha raggiunto fra le macerie della sua casa un arzillo vecchietto, Funchu Tamang, di una eta' che alcune fonti hanno fissato in 100 anni ed altre in ben 105.

In un primo momento il ministero dell'Interno aveva menzionato che l'evento eccezionale riguardava una donna, ma poi si e' precisato che si trattava invece di un uomo che se l'e' cavata con ferite minori agli arti: dopo il ritrovamento, e' stato trasferito in elicottero all'ospedale del distretto di Trishuli. Per quanto riguarda invece i soccorsi nel loro insieme, le notizie non sono buone. Montagne di aiuti sono ancora bloccate all'Aeroporto internazionale Tribhuvan (Tia) di Kathmandu ed escono a rilento a causa della determinazione dei servizi doganali nepalesi di controllare "ogni singolo pacco" prima di autorizzarne la distribuzione. E questo succede, mentre da vari distretti arrivano gli incessanti appelli degli amministratori locali sul rischio di possibili rivolte popolari e di epidemie se gli aiuti non arriveranno nel piu' breve tempo possibile fino ai villaggi che - ad oltre una settimana dal sisma - non hanno ancora ricevuto assolutamente nulla.

Il coordinatore dell'Onu per il Nepal, Jamie McGoldrick, ha lanciato un fermo avvertimento alle autorita' nepalesi che "non dovrebbero utilizzare metodologie doganali dei tempi di pace, quando dovrebbero lavorare" con procedure di emergenza per gestire la crisi. "So che alcuni grandi donatori sono frustrati dall'incapacità di fare arrivare gli aiuti nelle zone colpite", ha riferito, aggiungendo che "gli aiuti si accumulano nell'aeroporto di Kathmandu invece di essere distribuiti alla popolazione". Ma le risposte nepalesi non sono state quelle desiderate. L'Authority dell'aeroporto della capitale ha infatti proibito di colpo agli aerei cargo di peso superiore a 196 tonnellate di atterrare, adducendo grosse crepe apparse sull'unica pista esistente. E cio' ha messo a repentaglio l'arrivo imminente di almeno due velivoli con aiuti dagli Stati Uniti e dal Canada. A complicare il quadro, la decisione assunta oggi dal Comitato centrale nepalese per i soccorsi nei disastri naturali (Ndrc) di chiedere ai team stranieri specializzati nel recupero di persone fra le macerie di "tornarsene a casa". Se il governo ratificasse questa richiesta, 4.050 persone di 34 Paesi, accompagnate da 139 cani, potrebbero dover lasciare in fretta e furia il Nepal. 

Sono quattro i sopravvissuti miracolosamente estratti vivi dalle macerie a otto giorni dal terremoto in Nepal. Tre sono stati tratti in salvo da un edificio nel distretto di Sindhupalchowk. Il quarto è un ultra-centenario (alcune fonti riferiscono che abbia 105 anni) salvato dalle macerie di una casa nel distretto di Nuwakot. Il ministero dell'Interno nepalese ha precisato che si tratta di un uomo, Funchu Taang, e non di un'anziana donna come riferito in un primo momento. 

Nel villaggio di Langtang invece sono stati trovati i corpi di 51 persone, tra cui sei turisti. Erano in una zona di trekking rimasta sepolta da una frana. Una delle vittime è francese, un'altra indiana, per il momento non si conosce la nazionalità degli altri quattro.  Il governo stima che il bilancio sia destinato a superare i 7 mila morti (l'ultima stima parla di 7.240 persone rimaste uccise) . L'Onu intanto lancia l'allarme sull'arrivo degli aiuti umanitari a causa dei controlli alla dogana. Altro grave impedimento, lo stop ai cargo per alcune crepe che si sono aperte sulla pista. Regolari invece i voli passeggeri.

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