Italicum, questione di fiducia e scoppia la bagarre in aula

di Redazione Web

Il governo, come era nell’aria, pone la questione di fiducia alla Camera sulla legge elettorale Italicum, e in aula scoppia la bagarre, con attacchi verbali delle opposizioni che accusano la maggioranza di mortificare il ruolo del Parlamento per approvare una legge che non migliora il precedente Porcellum, incostituzionale.

Dopo l’intervento del ministro per le riforme, Maria Elena Boschi, che ha posto la questione di fiducia, è intervenuto via Twitter il premier Matteo Renzi: «Dopo anni di rinvii noi ci prendiamo le nostre responsabilità in Parlamento e davanti al Paese. Senza paura #leggeelettorale #lavoltabuona».

La seduta della Camera è stata sospesa poco dopo le 16.30, in piena bagarre, per permettere la riunione della conferenza dei capigruppo che deciderà i tempi di voto della fiducia.

«Vergogna, vergogna!». «Elezioni, elezioni!»: sono i cori urlati dai deputati M5S nell’aula della Camera mentre Ettore Rosato (Pd) parlava ancora, difendendo la scelta di mettere la questione di fiducia sull’Italicum. Da M5S si è urlato anche «Fascisti!», termine poi ripreso anche da esponenti di Forza Italia e Lega nord.

Molto critiche anche le reazioni di vari esponenti della minoranza democratica: «La fiducia è una scelta grave, indecifrabile.
Uno strappo che ritengo non vada letto come un elemento di coerenza e determinazione ma rischia di apparire come un elemento di debolezza, anche perchè non aiuterà a favorire un clima positivo nei rapporti tra le forze politiche», afferma Gianni Cuperlo. Cosa faremo? «Lo valuteremo», risponde ai cronisti il leader di Sinistradem. «C’erano tutte le condizioni - prosegue - per affrontare la discussione nell’aula, mettere il Parlamento nelle condizioni di discutere, di votare gli emendamenti, se lo riteneva di migliorare una legge che secondo molti contiene ancora dei limiti. Si è scelto di precludere questa discussione», spiega Cuperlo ricordando come una parte del Pd aveva «preannunciato» come la fiducia era «qualcosa che non sarebbe dovuto accadere» perché «non c’erano neppure le premesse e le condizioni per cui accadesse».

«La fiducia apre un nuovo scenario, abbiamo 24 ore per discutere cosa votare, non so cosa farò. La fiducia è un atto di prevaricazione e violenza verso il Parlamento. Non tolgo la fiducia al governo ma non so se voterò la legge», commenta Nico Stumpo, deputato, già responsabile organizzativo della segreteria Bersani.

«È essenziale che una parte del Pd non si adegui alla grave e ingiustificabile fiducia sull’Italicum, che resterà una macchia duratura sul partito, e non chini il capo», dice il deputato Pd Alfredo D’Attorre, sottolineando che «ognuno è chiamato individualmente a decidere in coerenza come votare: su questo non credo a decisioni di corrente». Quanto al voto finale sul testo, D’Attorre non si sbilancia: «Il vero discrimine diventa la fiducia e la necessità di dire alla nostra gente che non è questo il Pd che vogliamo».

Roberto Speranza, capogruppo dimissionario, che domani non parteciperà al voto di fiducia, si esprime con severità: «Considero un errore gravissimo porre la fiducia sulla legge elettorale. Senza ostruzionismo e dopo un voto rassicurante sulle pregiudiziali. Ne ho votate tantissime in questi anni e ne continuerò a votare nei prossimi mesi. Ma questa volta no».

Il vicesegraterio Pd, Lorenzo Guerini, difende la scelta: «La fiducia, arrivati a questo punto, è l’unico modo per suggellare l’impegno politico preso apertamente dal presidente del Consiglio e per quanto ci riguarda anche dal Pd. Renzi aveva detto chiaramente che se non passava la legge il Governo ne avrebbe tratto le conseguenze.
D’altra parte le riforme e la legge elettorale sono alla base del mandato che il Governo ha ricevuto dal Parlamento. Porre la questione di fiducia non solo è legittimo ma significa verificare la possibilità di realizzare uno degli obiettivi fondamentali per cui è nato questo esecutivo. È il momento di capire se il Governo può arrivare fino al 2018 come noi riteniamo sia utile e necessario per i cittadini e per realizzare quel cambiamento istituzionale atteso da tanto tempo».

«La fiducia sulla legge elettorale è un atto di squadrismo istituzionale. Ed è una macchia indelebile sul volto del Pd», scrive su twitter Nichi Vendola, presidente di Sinistra ecologia e libertà.

Un lancio di crisantemi gialli in aula è stata la reazione da parte dei deputati di Sel, che evidentemente erano preparati alla scelta del governo Renzi: «È il funerale della democrazia», ha detto il capogruppo Arturo Scotto dopo la richiesta della fiducia sull’Italicum.

«Uno strappo incomprensibile dopo il voto di stamane. Alla mano tesa si è preferito rispondere erigendo muri»,afferma per parte sua la deputata Barbara Pollastrini, del Pd. «Sono tanto rammaricata. Ho sperato fino all’ultimo un altro tipo di fiducia: quella nel Parlamento e nel Pd», conclude l’esponente della minoranza cuperliana.

Tuona il capogruppo di Fi Renato Brunetta: «Non consentiremo il fascismo renziano. Faremo di tutto per impedirlo, dentro e fuori questa Aula. Non consentiremo che questa Aula sia ridotta a un bivacco di manipoli renziani». Ricordando che la legge Acerbo era stata approvata con la fiducia dal fascismo, Brunetta sottolinea che «il governo la pone contro il Pd», che «governa grazie a un premio di maggioranza dichiarato incostituzionale» e che aveva annunciato «che non avrebbe agito a colpi di maggioranza».

«Scempio fiducia Italicum: nessun segnale da Mattarella. Dopo moniti di Napolitano, l’estrema unzione silenziosa del Quirinale. Eia eia alalà», scrive su twitter il leader del M5S, Beppe Grillo.

«La serva Boschi ha annunciato in aula la fiducia sulla legge elettorale. Solo due volte era accaduto, la prima con Mussolini con la Legge Acerbo e poi la cosiddetta Legge Truffa del ‘53. L’articolo 72 della Costituzione esclude questa possibilità!», sostiene il deputato M5s, Manlio Di Stefano che, su Fb, si rivolge al capo dello Stato: «Il presidente Mattarella intervenga adesso o taccia per sempre perché non sarà più necessario il suo intervento sotto una dittatura conclamata. Il limite è stato superato, il fascismo si instaurò in Italia esattamente allo stesso modo!».

La fiducia è «una scelta che non renderà l’aula pacifica. Questo voto si annuncia come occasione lacerante, anziché occasione di lavoro collaborativo. Peccato, abbiamo perso una occasione. Esprimo disagio, spero ci sia modo di recuperare». Lo ha detto in Aula alla Camera Pino Pisicchio, capogruppo del gruppo misto, dopo che il governo ha posto in Aula la fiducia sull’Italicum. «Attenzione però - ha aggiunto - all’eterogenesi dei fini: talvolta si immagina di confezionare un abito, che alla fine va bene agli altri».

Dal Senato si fa sentire il «padre» del Porcellum, la norma che l’Italicum dovrebbe sostituire, Roberto Calderoli (Lega): «”Legge elettorale. Le regole si scrivono tutti insieme, se possibile. Farle a colpi di maggioranza è uno stile che abbiamo sempre contestato”: così twittava Matteo Renzi il 14 gennaio dello scorso anno. Evidentemente, in poco più di un anno, ha cambiato radicalmente idea, visto che intende far approvare l’Italicum a colpi di fiducia. Alla faccia della coerenza!.
Finché era convinto di avere un’ampia maggioranza in Parlamento - continua l’esponente della Lega Nord - Renzi proclamava la necessità di una condivisione il più ampia possibile sulle riforme; ora che le sue favole non incantano più nessuno e teme di andare sotto, ricatta i parlamentari con la minaccia del voto anticipato e va avanti a colpi di fiducia per far loro votare qualsiasi schifezza. Chissà che qualcuno non dia ascolto alla propria coscienza, e pur sapendo di rischiare la poltrona - conclude - non tiri un brutto scherzo al novello re-Sole fiorentino».

Dura anche Michaela Biancofiore, deputata Fi bolzanina: «Renzi ha deciso irresponsabilmente di censurare il Parlamento, il dialogo democratico e il confronto come ha iniziato a fare in Rai pur dicendo che le riforme non si sarebbero dovute fare da soli e che i partiti devono uscire dalla Rai. Il solito inaffidabile leader/premier ha osato mettere la fiducia sull’Italicum senza preoccuparsi dell’accostamento con la legge Acerbo e la legge Truffa , quasi viceversa con un certo preoccupante compiacimento. Faccio appello dunque al Presidente Mattarella, una volta che a colpi di maggioranza l’Italicum sarà legge di una sola parte che porterà alla nascita il Pnr ( partito nazionale renziano) di triste memoria , affinché non la controfirmi e la rimandi alle Camere. L’Italia non è serena innanzi all’avanzata di un nuovo autoritarismo muscolare e di un cesarismo che dilagano in ogni dove, senza opportuni argini costituzionali».

E Umberto Bossi: «Al fascismo si risponde in un solo modo: o con i fucili o uscendo dall’aula. La legge Acerbo era più democratica di questa. Questa legge avrà conseguenze molto gravi negli anni».

Non è ancora chiaro quando si terrà la votazione finale sulla legge elettorale. Non si conosce ancora quanti saranno gli ordini del giorno al testo (le opposizioni ne presenteranno numerosissimi, annuncia Brunetta), ed il termine per la presentazione dei testo scadrà giovedì alle 11. È quindi probabile che al voto finale si giunga la prossima settimana: tuttavia domani si terrà una nuova riunione dei capigruppo (già prevista, per approvare il calendario di maggio.

Come annunciato stamani dalla presidente Laura Boldrini, la votazione finale sarà segreta. In base al regolamento di Montecitorio, essa non può essere blindata con la fiducia. Che la votazione finale si tenga la prossima settimana è stato definito realistico da ambienti della presidenza della Camera.


Oggi dalle 18 alle 22 ci sarà, seguendo il cosiddetto «lodo Iotti», l’illustrazione degli emendamenti sull’art. 1 decaduti con la fiducia .
L’illustrazione degli emendamenti proseguirà domani dalle 9 alle 13:45. Alle 13:43 avranno inizio le dichiarazioni di voto sull’articolo 1, che si voterà dalle 15:25 alle 17.
Dalle 17 alle 20:30 ci sarà l’illustrazione agli emendamenti sull’articolo 2. Giovedì, dalle 9 alle 10:40 ci saranno le dichiarazioni di voto sulla fiducia all’articolo 2. Dalle 12:15 alle 14:15 il l’illustrazione degli emendamenti sull’ articolo 4, dalle 14:15 alle 16 le dichiarazioni di voto sulla fiducia all’art. 4 che sarà votata dalle 16 ale 17:30.

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