Impianti sportivi, scontro politico sul futuro dell'Asis

di Daniele Battistel

L'idea di creare un'organizzazione autonoma, agile, separata dal Comune per la gestione degli impianti sportivi fu dell'assessore allo sport Claudio Visintainer nel 1997, l'ultimo anno dell'amministrazione di Lorenzo Dellai.
Prima il compito di gestire palestre e campi, distribuire le ore disponibili per gli allenamenti era dell'Ufficio Sport del Comune. Ma non tutto era organizzato nel migliore dei modi. Anzi, per certi aspetti sembrava di vivere in una sorta di Far West in cui i campi venivano dati in utilizzo senza «criteri scientifici», mancavano i riferimenti certi tanto che non si sapeva bene a chi fare riferimento per prenotare la palestra di una scuola (comune, preside) o a chi segnalare guasti e problemi di manutenzione.
Per questo venne creata dal consiglio comunale l'azienda speciale Asis, cui dal primo febbraio 1998 è stato affidato il servizio pubblico di gestione degli impianti sportivi comunali.
Gli affezionati lettori ricorderannno che non furono tutti rose e fiori fin dal primo giorno. Certo, fu individuato subito un unico referente per richieste, reclami, segnalazioni ma i problemi, specie negli anni del rodaggio, non furono pochi.

Tra gli altri si menziona l'esternalizzazione del servizio bagnini e quella della battitura delle piste da fondo delle Viote che costò il posto al primo direttore, Andrea Neri.
Colpa, probabilmente, di una gestione non sempre efficace e puntuale ma che, con il passare degli anni, è oggettivamente migliorata.
Ultimamente se polemiche da parte delle società sportive e dei privati ci sono state, esse hanno riguardato principalmente la questione delle tariffe. Dimenticando, forse, che a stabilire i prezzi dell'ora di palestra piuttosto che l'entrata in piscina non è il cda dell'azienda, bensì la giunta e il Consiglio comunale.

L'ultimo terreno di scontro con le società calcistiche è cosa di qualche mese fa e riguarda la gestione dei campi e del servizio di pulizia degli spogliatoi. Finora il lavoro era svolto, dietro pagamento da parte di Asis, dalle stesse società che in questo modo riuscivano a finanziare buona parte dell'attività. Qualche mese fa, di punto in bianco, la direzione aziendale ha deciso di non rinnovare gli incarichi in scadenza, mettendo nelle peste diverse società che su quelle entrate facevano conto per far quadrare il bilancio. Polemiche su polemiche, poi risolte dall'impegno della giunta comunale (di fatto bypassando il direttore Luciano Travaglia), a ripristinare la vecchia modalità di gestione e pulizia dei campi a partire dalla prossima stagione.

In genere parecchie società di tanti sport diversi lamentano problemi di bilancio. Se in passato i contributi ricevuti dal Comune erano pari - se non addirittura superiori - al costo per l'affitto degli impianti, ora con il calare dei primi l'equilibrio si è spezzato. Un problema che il presidente della Figc Ettore Pellizzari ha sempre cercato di portare all'attenzione. «C'è un forte disagio da parte delle società che portano avanti attività di base e che fanno politiche giovanili. C'è una legge che finanzia progetti di questo tipo, alcuni dei quali risibili, mentre noi che effettivamente promuoviamo le politiche giovanili ne siamo esclusi.Purtroppo l'amministrazione tende sempre più a dimenticare l'aspetto sociale della nostra presenza».

Altre questioni aperte riguardano le piscine per il nuoto e i tuffi. Gli spazi acqua - si lamenta il presidente della Federazione nuoto Mario Pontalti - sono troppo pochi. L'assessore allo sport Castelli aveva ipotizzato di coprire la vasca olimpionica a Fogazzaro ma poi la sua stessa maggioranza ha stoppato l'idea in attesa di trovare una soluzione migliore per sfruttare gli 8 milioni messi a disposizione dalla Provincia.


Il PalaTrento, pur con tutti suoi difetti di origine, grazie ai successi di Aquila basket e Trentino Volley, è probabilmente il luogo più frequentato della città. Le due società da anni chiedono se non la gestione diretta almeno la possibilità di guadagnare dall'afflusso di tifosi. Così il gm del basket Salvatore Trainotti: «A mio personale modo di vedere, bisognerebbe dare alle società la possibilità di gestire i servizi, l'area merchandising, l'area hospitality e avere introiti dalla ristorazione interna. Tutte cose che ci sono in tutti i palazzetti». Per Trainotti, però, resta difficile la strada della cogestione: «Va benissimo il soggetto esterno e devo dire che negli ultimi mesi ho trovato disponibilità e attenzione da parte di Asis rispetto agli input che noi mandiamo».

I COMMENTI POLITICI

«Asis era nata con l'intento di gestire lo sport a livello locale in maniera più snella e libera da vincoli burocratici, intervenendo in maniera puntuale nell'organizzare le attività e le richieste delle società sportive. In realtà questo rapporto "alla pari" si è trasformato in un rapporto fornitore-cliente ed è noto che il cliente è considerato fonte di guadagno, un soggetto dal quale recuperare il maggior ricavo possibile, col risultato che chi vive, promuove e porta avanti lo sport e la sua funzione sociale assume le sembianze di un salvadanaio da svuotare. È tempo di liberare lo sport dall'essere funzionale alla sopravvivenza di un carrozzone». Nei programmi del candidato del centrodestra Claudio Cia c'è la revisione profonda della gestione degli impianti e delle strutture sportive, «svuotando progressivamente di competenze Asis a favore delle società sportive, che così responsabilizzate tornano protagoniste, vedendosi riconosciuto il loro ruolo di grande valenza sociale».
«In quest'ottica - spiega Cia - anche la gestione di strutture come il PalaTrento dovrebbe essere assegnata direttamente alle società sportive come Trentino Volley e Aquila Basket». Per il candidato del centrodestra i dipendenti Asis dovrebbero tornare all'ufficio Sport del Comune, «che riacquisirà il suo ruolo di regia, delegato ad altri per troppo tempo».
«Se il mondo dello sport tornerà protagonista nella gestione dei suoi stessi impianti - conclude Cia -, non sarà il Comune a doversi inventare nuove strutture da riempire e nuovi motivi di spesa, ma sarà la stessa attività sportiva a creare domande e proposte alle quali insieme si cercherà di rispondere con oculatezza. L'insieme di queste azioni comporterà a nostro avviso un positivo aumento della "resilienza" del sistema sport cittadino che, responsabilizzando più soggetti e favorendone la loro naturale sinergia, garantirà un maggior coinvolgimento dei cittadini stessi in uno spirito volontaristico migliorando al contempo la qualità e la continuità del servizio offerto».

Anche Paolo Primon è per la chiusura di Asis. «L'ho messo nel mio programma a seguito della mia esperienza da dirigente sportivo. Non è possibile che una società dilettantistica, portata avanti da volontari che fa attività di promozione dello sport per tenere i ragazzi lontani dai pericoli della strada sia tartassata sul fronte tariffario». «Bisogna tornare indietro di qualche anno - continua il candidato sindaco di Popoli liberi - e dare i campi in gestione alle società più organizzate e solide. Poi bisognerà studiare un sistema analogo anche per le palestre».
«Il gran numero dei nostri impianti sportivi richiede una gestione unitaria da parte di un soggetto con competenze tecniche adeguate».

A differenza dei suoi avversari, Alessandro Andreatta ritiene difficile pensare di fare a meno di Asis, «e tornare al tempo in cui la gestione degli impianti era frammentata, con il risultato che i costi, i criteri d'accesso erano i più disparati». «Certo - ammette il sindaco uscente -, Asis non ha un compito semplice: perché non può farsi promotrice di attività sportive, ma deve limitarsi a gestire tenendo ben presente due obiettivi irrinunciabili. Il primo è quello di trovare un punto di mediazione tra gli interessi legittimi e talvolta contrastanti delle diverse società. Il secondo è quello di garantire l'equilibrio economico, visto che la gestione degli impianti è molto onerosa».

Sulla questione del PalaTrento ritiene che affidare la gestione diretta del palazzetto ad Aquila o Trentino Volley non sia l'opzione migliore. «A gestire deve essere un soggetto terzo, in grado di garantire una convivenza proficua tra le due formazioni. Mi pare che questa sia anche la posizione delle due società, tanto più che la gestione attuale garantisce alle squadre l'utilizzo in via esclusiva della struttura oltre alla tranquillità economica».Per quanto riguarda gli altri impianti, per Andreatta «la sfida è quella di garantire la necessaria manutenzione, in modo che siano sempre all'altezza delle esigenze degli utenti, mentre per le piscine c'è la necessità di ampliare l'offerta per quanto riguarda il nuoto, i tuffi e anche gli spazi acquatici ricreativi. Il consiglio comunale ha chiesto alla giunta di valutare sia la possibilità di intervenire potenziando e riqualificando gli impianti esistenti, sia l'opzione di realizzare un impianto ex novo. Bisogna avviare quanto prima un progetto in grado di rispondere alle richieste tanto degli sportivi, quanto delle famiglie trentine e dei turisti».


Poco spazio ai temi sportivi nei programmi di L'Altra Trento a sinistra e Movimento 5 Stelle. «Pur essendo io una tifosissima della Trentino Volley nel nostro programma le attività sportive non sono una priorità» ammette Antonia Romano, dell'Altra Trento a sinistra. «In generale, comunque, siamo contrari all'esternalizzazione dei servizi e al business esasperato quando si considera lo sport come promozione sociale».
«Noi - incalza Paolo Negroni dei cinquestelle - chiediamo più trasparenza nell'assegnazione delle risorse pubbliche e la gratuità delle strutture a tutti i residenti non maggiorenni».

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