In politica non è reato dare del «testa di...» all'avversario di partito

Non è reato apostrofare l'avversario politico con l'appellativo di «testa di minchia». Lo ha stabilito il giudice di pace di Trento che ha assolto la capogruppo del Pd Ivana Di CamilloA citarla in giudizio era stato il suo collega d'aula Andrea Merler (Civica trentina). Esattamente due anni fa Merler aveva presentato una denuncia-querela nei confronti di Di Camillo, sostenendo di essere stato da lei offeso durante una seduta di Consiglio, in una sala attigua di palazzo Thun mentre i due, assieme ad altri tre consiglieri, stavano discutendo su una questione istituzionale.

Evidentemente i toni si erano alzati tanto da arrivare a parole forti. Ma che ieri il giudice ha ridimensionato, ritenendo probabilmente che in politica tra persone adulte è lecito utilizzare anche qualche espressione forte. In ogni caso il difensore di Merler, Fabiola Ruggirello, ha già annunciato ricorso. «Si tratta di una sentenza sconcertante. Leggeremo e presenteremo appello in quanto non è permesso tale imbarbarimento né in politica né nella nostra società».

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