Argentina, dubbi sulla morte del pm che indagava sulla presidente

I responsabili dell’inchiesta sulla misteriosa morte del pm Alberto Nisman, che indagava sulla presidente Cristina Fernandez de Kirchner, hanno individuato un terzo accesso all’appartamento dove il magistrato è stato trovato senza vita: oltre a quella principale e quella di servizio, c’è una terza porta presso la quale è stata ritrovata la traccia di una scarpa e un’impronta digitale.

Si sapeva finora che l’appartamento di Nisman aveva una porta principale, dotata di un’apertura elettronica con codice, e una di servizio, che era chiusa a chiave dall’interno, come ha verificato la madre del pm, quando è accorsa nel palazzo dove viveva il figlio, su richiesta degli agenti della scorta, preoccupati perché non rispondeva al campanello.

Ora invece è stato scoperto questo terzo accesso, che rende comunicanti due appartamenti del 13 piano del lussuoso palazzo Le Parc, nell’esclusiva zona residenziale di Puerto Madero: quello di Nisman e quello di un cittadino straniero, che non è stato identificato: un passaggio attraverso uno stretto corridoio dove sono istallate le unità esterne dell’aria condizionata.
È in questo corridoio che sono state trovate la traccia di una scarpa e l’impronta digitale, che sono già stati rilevati dalla polizia scientifica per essere analizzati.

Poco fa la giustizia argentina ha reso noto il testo integrale della denuncia presentata dal pm Nisman la settimana scorsa, nella quale il magistrato, trovato morto lunedì, accusava la presidente Kirchner di aver cercato di scagionare l’Iran da ogni responsabilità nell’attentato contro la sede della associazione ebraica Amia nel 1994, in cui morirono 85 persone.

Il documento, di oltre 300 pagine, è stato diffuso per esteso dopo che la stessa Kirchner ha autorizzato che fossero pubblicati i nomi di agenti dell’intelligence locale menzionati nel testo. Del resto Oscar Parrilli, responsabile dei servizi segreti, ha indicato che le due persone a cui si riferisce Nisman non hanno mai fatto parte di questi servizi.

Nella sua denuncia - sulla quale Nisman avrebbe dovuto dare maggiori dettagli lunedì scorso in Parlamento, ore dopo che è stato trovato morto nel suo appartamento - il pm illustra tesi accusatorie che aveva già reso note nei media: Kirchner e il suo ministro degli Esteri, Hector Timerman, avrebbero organizzato una rete di «diplomazia parallela» per negoziare in segreto un accordo con Teheran che avrebbe scagionato l’Iran per quanto riguarda l’attentato contro l’Amia.

Vacilla dunque ormai pesantemente la tesi frettolosa del suicidio del pm che accusava il Palazzo di aver insabbiato la «pista iraniana» per l’attentato antiebraico.
Mentre governo e opposizione si lanciano accuse incrociate di complotti sulla misteriosa morte, Viviana Fein, responsabile dell’inchiesta, ha rivelato che le analisi effettuate sul corpo dell’uomo non hanno rilevato tracce di polvere da sparo sulle mani. Accanto al cadavere di Nisman è stata trovata una pistola calibro 22 e un bossolo: secondo i risultati dell’autopsia, la pallottola ritrovata nel cervello del pm corrispondeva a questa arma.

D’altra parte un rappresentante della comunità ebraica che conosceva Nisman ha raccontato che nell’appartamento del pm i parenti hanno ritrovato una nota indirizzata alla sua domestica, con una lista della spesa da fare lunedì, ossia il giorno seguente del presunto suicidio del giudice.

E mentre Fein prosegue le sue indagini, ordinando la perquisizione dell’ufficio di Nisman e interrogando l’ex moglie e gli agenti della scorta, Kirchner ha pubblicato una lunga lettera su Facebook nella quale ha sollevato interrogativi inquietanti sulla morte del pm, insinuando che nel caso c’è stata un’ingerenza di settori deviati dei servizi segreti e del quotidiano Clarin, arcinemico del suo governo.

Gli stessi dubbi sono stati ripresi oggi dal suo capo di gabinetto, Jorge Capitanich, che ha chiesto che si stabilisca «se sono esistite minacce e se queste provenivano dagli agenti dell’intelligence argentina, di quella attuale o di quella rimossa, oppure straniera», in riferimento ai massimi responsabili dei servizi segreti, sostituiti da Kirchner lo scorso dicembre.

La tesi del «suicidio indotto» lanciata del governo è ripresa pari pari dall’opposizione, ma in senso inverso: la deputata Patrica Bullrich ha annunciato che convocherà in Parlamento il ministro della Sicurezza, Sergio Berni, per stabilire se effettivamente, come è stato scritto, è entrato nell’appartamento di Nisman prima della Fein, e chiedergli i motivi di questo comportamento «che costituisce un abuso delle sue funzioni».

La morte misteriosa di Nisman, poche ore prima della sua comparizione in Parlamento per spiegare in dettaglio le sue accuse contro Kirchner e altri suoi collaboratori, ha scatenato proteste a Buenos Aires, malgrado la capitale sia quasi deserta a causa delle ferie estive: centinaia di persone sono sfilate per chiedere giustizia, agitando cartelli con la scritta «Todos somos Nisman», oppure «Yo soy Nisman», sulla falsariga del «Je suis Charlie» nato dopo gli attacchi jihadisti a Parigi.

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