Dopo il pasticcio in aula sull'addizionale Irpef è in arrivo il bonus fiscale di 150 euro per i pensionati

Conto alla rovescia per la manovra una tantum sui pensionati più poveri. La giunta provinciale ha pronto il disegno di legge, illustrato ieri dai tecnici Paolo Nicoletti e Fulvia Deanesi ai sindacati di Cgil, Cisl e Uil. E il contenuto è molto chiaro e ricalca le stime che erano state fatte quando si corresse il pasticciaccio dell'azzeramento dell'addizionale Irpef per un voto maldestro della maggioranza di centrosinistra su un emendamento presentato dall'opposizione.
Per rimediare all'errore la maggioranza aveva trovato un compromesso: la minoranza consentiva di ripristinare l'addizionale Irpef, ma una parte del risparmio, ovvero 6 milioni di euro, doveva essere impiegato per ridurre le tasse ai pensionati meno abbienti.

Ora, dopo l'attività dei tecnici per stimare la platea degli aventi diritto, è arrivato nero su bianco il testo del disegno di legge che la giunta provinciale dovrebbe approvare lunedì nella consueta seduta di inizio settimana.
In pratica, la sostanza dice che viene azzerata tutta l'addizionale Irpef, per un'aliquota dell'1,23%, che comprende lo 0,9% della Provincia e lo 0,33% che era stato applicato dal governo Monti come riserva all'erario, per una particolare categoria di pensionati.

Si tratta di quelli che guadagnano meno di 15.000 euro lordi tra tutti i tipi di redditi che entrano. La platea di chi è al di sotto del tetto è pari a 65.000 persone in Trentino, ma solo su 40.000 pensionati l'azzeramento dell'addizionale Irpef avrà un effetto positivo. Gli altri 25.000 ricadono infatti nella categoria dei cosiddetti incapienti. Si tratta di coloro che guadagnano così poco da rientrare in un'area di non tassazione. Per loro quindi, che non versano l'addizionale Irpef, il vantaggio non ci sarà.

Per gli altri il risparmio annuo sarà pari a circa 150 euro, con punte di 185 euro in alcuni casi.


Da parte dei sindacati, rappresentati ieri da Andrea Grosselli per la Cgil, Lorenzo Pomini per la Cisl e Walter Alotti per la Uil, è arrivata una duplice richiesta. Da un lato si chiede che siano prese misure strutturali, cioè durature, sul fronte dell'aiuto ai pensionati con gli assegni più bassi. In questo senso va la proposta di pensare a un aiuto per gli incapienti: dare risorse aggiuntive a queste persone che non riescono certo a risparmiare permetterebbe di migliorare il loro potere d'acquisto e di incrementare contestualmente anche i consumi. Si tratta di persone - sostengono i sindacati - che se hanno soldi in tasca sono di fatto costretti dalla loro condizione economica a spenderli.

Altro punto su cui i sindacati hanno insistito è stato quello relativo al nodo del reddito di garanzia per i pensionati con assegni bassi. Il problema è che per chi tra di loro ha diritto a ottenerlo molti non lo fanno o, se lo fanno, vengono penalizzati. Il reddito di garanzia va ad aumentare il reddito conteggiato ai fini Inps. L'ente, quindi, l'anno successivo taglia una quota della pensione per compensare la maggior tassazione che viene calcolata sul reddito più alto del normale. Su questo fronte i sindacati hanno chiesto ai tecnici della Provincia di trovare una soluzione, perché è iniquo che i pensionati, pur avendone diritto, non possano di fatto ottenere il reddito di garanzia. Anche qui si registra un impegno a trovare una soluzione.

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