Rossi gela Miorandi: nessuna retromarcia sul nuovo ospedale

di Domenico Sartori

«Approfittiamo della pausa imposta dalle sentenze dei giudici amministrativi per procedere ad una riflessione seria e condivisa sul modello ottimale di rete ospedaliera, con le funzioni relative di ogni ospedale, prima di procedere con il bando per il Not»: è la proposta del sindaco di Rovereto, Andrea Miorandi.
«Mi pare che oggi siano tutti esperti di sanità» replica il presidente della Provincia, Ugo Rossi «Rispetto il contributo di tutti, ma c'è una delibera della Giunta (del 5 dicembre 2014, ndr) che ha definito e cristallizzato come è strutturata la rete degli ospedali. Una rete che tiene conto del fatto che il Trentino ha bisogno di un ospedale centrale, nuovo».
La scelta è fatta, quindi?
«Sì, è un dato di fatto. Da ripensare, lo stiamo facendo, non è tanto la logica sanitaria del nuovo ospedale, quanto il fatto che dal 2010 ad oggi, da quando fu fatto il bando, le condizioni finanziarie sono cambiate nettamente: allora c'erano certi tassi, ora ce ne sono altri. E alcune delle stesse imprese che c'erano nei raggruppamenti temporanei, semplicemente non esistono più».
Quando deciderete su quale tipo di bando attivare?
«Entro dieci giorni. Sia dunque chiaro che l'aspetto sanitario è, come detto, definito. Al netto della questione punti nascita, che però non influenza le modalità con cui si fa un nuovo ospedale».
Il dimensionamento del Not è quindi quello già definito?
«Sì, e tiene conto fin dall'inizio del ruolo importante degli ospedali di valle per alcune funzioni, in particolare per i reparti di medicina e la gestione delle cronicità, cosa che non potrà mai essere accentrata. Per questa ragione il progetto dell'ultimo bando ha ridotto il numero dei posti letto rispetto a quello originario».
I sindaci, però, non solo Miorandi di Rovereto, dicono di non avere ancora capito cosa andrà, in termini di funzioni, all'ospedale di Tione, cosa a Cles, cosa a Cavalese...
«Mi pare strano, perché basta leggere la delibera e si capisce. Se poi mi si chiede che tipo di vocazione specialistica possa avere uno rispetto all'altro, rispondo che è tutto da approfondire, anche in relazioni alle disponibilità di personale, perché la specializzazione non la si fa comprando macchinari. Le funzioni di base per ogni ospedale sono definite, comprese quelle di Rovereto. Poi non è detto che fra Trento e Rovereto non si possa decidere di concentrare alcune funzioni da una parte, altre dall'altra, per evitare duplicazioni, che oggi ci sono».
Il sindaco Miorandi ribadisce che le eccellenze sanitarie non sono solo a Trento...
«Ma nessuno dice che non è così».
Il presidente della Comunità della val di Sole, Alessio Migazzi , alla luce dei dati forniti dal dirigente Flor sull'invecchiamento della popolazione e i costi crescenti del sistema sanitario, ha lanciato la provocazione: se è così, si dovrebbe avere un solo ospedale, centro di eccellenza, a livello regionale.
«Ma così siamo alla schizofrenia. Fino all'altro giorno, guai a toccare anche il più piccolo reparto in periferia, e ora si vuole l'ospedale regionale? Ci si dia una calmata. Il buon senso dice che ci sono cose da accentrare in funzione dei numeri e cose da tenere sul territorio in funzione del cambiamento della medicina e dell'invecchiamento della popolazione. Che vuol dire: attenzione ai reparti di medicina e alla cronicità. È quello che stiamo facendo».
Sui punti nascite la decisione sarà presa entro aprile?
«L'accordo Stato-Regioni prevede l'applicazione delle soglie entro il 2016. C'è tutto il tempo per prendere decisioni avvedute».

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