Gilmozzi: non servirà ricorrere all'inceneritore di Bolzano per smaltire i nostri rifiuti

Lo assicura Mauro Gilmozzi

di Domenico Sartori

La reciprocità e la collaborazione, anche in materia di rifiuti, tra Trento e Bolzano potrebbe essere cosa buona e giusta. Ma a questo punto, anche se da nord di Salorno continuerà ad arrivare il «no» al conferimento, temporaneo, nell'inceneritore di Bolzano, di rifiuti dal Trentino, fa lo stesso. Questo perché la Provincia di Trento è prossima al «rifiuto zero». L'assessore all'ambiente, Mauro Gilmozzi , è ottimista: «In sei mesi non produrremo più rifiuto residuo, ma arriveremo al CSS (combustibile solido secondario, ndr), cioè ad un rifiuto speciale di alta qualità, che metteremo sul mercato, e in questo lasso di tempo possiamo arrangiarci con le nostre discariche. Non è più necessario fare accordi con Bolzano».
L'organico di Bolzano a Cadino.

In effetti, una collaborazione con la Provincia di Bolzano è già in essere per il trattamento dell'organico. Dal maggio 2014, il biodigestore di Cadino, gestito da Bio Energia Trentino srl (soci Bioenergia Fiemme, Dolomiti Energia, Asia, Cesaro Mac Import, Trentino Ricicla 2 e Isa), riceve il rifiuto organico della città di Bolzano: 5 mila tonnellate/anno. «Una situazione provvisoria» spiega l'amministratore delegato della srl, Andrea Ventura «fino a fine 2016. Nel frattempo, l'Alto Adige dovrebbe potenziare l'impianto di Lana per l'umido». Il biodigestore di Cadino, nel 2014, è entrato a regime, trattando 27.500 tonnellate di organico e 11.050 di verde (fogliame, residui di potatura, etc.). Ma nel 2015, autorizzato dall'Appa (l'Agenzia provinciale protezione dell'ambiente) porterà la capacità produttiva, per l'umido, a quasi 34 mila tonnellate. L'impianto di Cadino, che con la cogenerazione produce un megawatt di energia elettrica e dal trattamento dell'organico ricava ammendante di qualità, nel 2015 riceverà l'umido anche dal Primiero, oltre che da Fiemme e Fassa, dalle valli di Non e Sole, dalla zona di Asia (Cembra, Rotaliana, valle dei Laghi e Paganella), da alta e bassa Valsugana, Trento città e val di Ledro, coprendo il grosso del Trentino, per il quale l'organico «pesa» per 50.400 tonnellate/anno.
Obiettivo 30 mila tonnellate «speciali».

L'obiettivo del Piano provinciale dei rifiuti (quarto aggiornamento approvato in dicembre), ricorda Gilmozzi, è di arrivare a 50 mila tonnellate di rifiuto residuo. «Ma andremo oltre» dice l'assessore «faremo i bandi per il CSS., ma intanto stiamo procedendo su due fronti: definendo gli accordi per un impianto di trattamento dei pannoloni, che rappresentano il 25% del residuo, e procedendo con una ulteriore vagliatura del residuo». L'impianto per i pannoloni sarà realizzato a Lavis? «Non so, vedremo. Stiamo definendo gli accordi con i privati interessati al loro trattamento, per ricavarne cellulosa e carta. La cosa si concretizzerà a breve». Ed il residuo rimanente? «Realisticamente» spiega Gilmozzi «in tempi rapidi possiamo arrivare a 30-35 mila tonnellate di rifiuto residuo che diventa speciale e può essere venduto e messo sul mercato perché va a sostituire altri combustibili non rinnovabili. Così saremo autonomi. È la soluzione del "rifiuto zero", perché saremo nel regime del rifiuto speciale». Ecco perché non è più necessario «premere» per esportare parte del residuo nell'inceneritore di Bolzano. «Se la cosa interessa al loro inceneritore, ben contenti. Ma non abbiamo bisogno di loro, semmai loro dei nostri rifiuti per saturare l'uso dell'impianto».

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