Disabilità, domani la Giornata internazionale. In Italia lo Stato taglia i fondi

In Italia, secondo gli ultimi dati Istat, si stima che le persone con disabilità che vivono in famiglia siano circa 3,2 milioni, pari al 5,5% della popolazione di 6 anni e più, di cui oltre l’80% anziani e i due terzi donne.
La presenza di una o più persone con disabilità in famiglia rappresenta una delle principali cause di impoverimento materiale e non solo: i disabili, in Italia e nel mondo, subiscono ogni giorno discriminazione, pregiudizio e talvolta segregazione. È quanto sottolinea la Fish (Federazione superamento handicap) in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, che si celebra domani, 3 dicembre.

Tanti gli eventi in programma, e tra tutti spicca un incontro ad alto livello istituzionale, che coinvolge tre ministeri (Salute, Lavoro e politiche sociali, Istruzione), in programma domani mattina a Palazzo Chigi e dal titolo «La sfida per l’inclusione, Il futuro delle persone con disabilità».
Parteciperanno i ministri Beatrice Lorenzin e Giuliano Poletti e il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, ed è previsto anche un intervento del presidente del Consiglio Matteo Renzi. A margine, una ristretta delegazione delle associazioni sarà ricevuta dal presidente della Repubblica al Quirinale. L’incontro a Palazzo Chigi si articolerà in tre sessioni - scuola, salute, welfare e lavoro - e le conclusioni saranno affidate ai presidenti delle Federazioni delle persone con disabilità, Vincenzo Falabella della Fish e Franco Bettoni della Fand.

«Si tratta di un appuntamento fortemente voluto da Fish - sottolinea Falabella - per riportare al centro di un dibattito comune i temi della Convenzione Onuui diritti delle persone con disabilità e rilanciare concretamente gli impegni assunti dal governo italiano con il Programma di azione biennale sulla disabilità approvato nel 2013. Questa Giornata non può essere una mera celebrazione, ma l’occasione per intervenire concretamente sulla qualità della vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie».

Sono oltre 50 mila le persone disabili e malate che in Italia, dal 2013 a oggi, hanno perso la forza economica per potere acquistare i farmaci per curarsi, anche quelli con prescrizione medica. Una crescita del 33,33% rispetto allo stesso periodo 2012-2013. I dati sono stati resi noti dalla Fondazione banco farmaceutico e dall’Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali) in occasione della Giornata, e si basano sul campione di persone inferme che hanno preso parte ai pellegrinaggi Unitalsi o che sono entrati in contatto con l’associazione.

Le due organizzazioni sottolineano che se nel 2004 il governo investiva per il mondo disabile circa un miliardo di euro, nel 2014 ha previsto solo 250 milioni, e che a causa di questo decremento degli investimenti è diminuita anche l’assistenza domiciliare che è ormai sotto le 10 ore settimanali. La disabilità e la malattia sono, dunque, sempre più sinonimi di povertà. Sempre basandosi sul l’esperienza di Unitalsi, i disabili che hanno bisogno dei medicinali hanno per il 20% oltre 80 anni, il 27% tra 70 e 79 anni, il 14% tra 55 e 64 anni, il 7,5% tra 35 e 44 anni e il 2% tra 15 e 24 anni. Tra questi il 33% sono maschi e il 67% femmine. I farmaci più richiesti sono quelli per le malattie del sistema cardiovascolare (24%), del tessuto connettivo (17%), neurologiche (13%), endocrine metaboliche (9%) e psichiatriche (9%).

In tale contesto è nata una collaborazione tra Banco e l’Unitalsi, che prevede la fornitura gratuita di medicinali: per gli zaini di primo soccorso impiegati in tutti i pellegrinaggi accanto per le persone malate e disabili, per tutti i treni che partono per i pellegrinaggi e per le case di accoglienza per persone disabili e malate di Unitalsi presenti in tutta Italia. «Quella della povertà sanitaria è una nuova frontiera che apre scenari preoccupanti soprattutto per le tante troppe persone disabili che vivono da sole senza nessun sostegno nel nostro Paese» commenta Salvatore Pagliuca, presidente nazionale di Unitalsi. «I dati ci dicono che anche le categorie sociali che dovrebbero essere più protette cominciano a trovarsi in difficoltà. Un campanello di allarme che deve fare raddoppiare i nostri sforzi per fare in modo che in Italia si allarghi sempre di più la rete di solidarietà che sta sostenendo in silenzio un Paese in grandi difficoltà» aggiunge Paolo Gradnik, presidente della Fondazione Banco farmaceutico.

comments powered by Disqus