Soldi versati alla Lega, Fugatti duella con il fisco

Finisce davanti alla giustizia tributaria il braccio di ferro tra l'ex deputato della Lega Maurizio Fugatti e l'Agenzia delle entrate di Trento. Il contenzioso riguarda i 24 mila euro richiesti dal fisco con un avviso di accertamento in cui si contesta l'illegittima detrazione nella dichiarazione dei redditi del 2008 di 145 mila euro versati al partito.

Non siamo dunque di fronte ad un caso di ipotetica evasione fiscale, ma ad una controversia sull'ammissibilità o meno di quella detrazione fiscale. Secondo l'Agenzia visto che la restituzione era di fatto obbligatoria questa non poteva essere considerata come atto di liberalità in favore di un partito, per cui è prevista la detrazione. Secondo i legali di Fugatti, invece, l'ex deputato aveva diritto al rimborso di quei 24 mila euro.

La Commissione tributaria di Trento non è ancora entrata nel merito della questione. Per ora i giudici tributari si sono limitati a respingere la richiesta di sospensiva fatta da Fugatti. In sostanza l'ex deputato impugnando la cartella da 24 mila euro è tenuto comunque a pagare un terzo della cifra contestata, cioè 8.000 euro, in attesa che la giustizia tributaria stabilisca chi abbia ragione. In questa fase cautelare i giudici non entrano nel merito se ritengono che non ci sia il "periculum" - come in questo caso - cioè l'esborso degli 8.000 euro richiesti non mette in difficoltà finanziarie il contribuente.

Come quasi tutti i partiti anche la Lega a livello nazionale si finanzia in parte grazie alle rimesse dei propri parlamentari che versano parte dei loro emolumenti. «Era un obbligo morale - spiega l'ex deputato - che io ho sempre rispettato e sono orgoglioso di averlo fatto: negli anni in cui sono stato parlamentare credo di aver versato in totale al partito non meno di 250 mila euro».

Tutto ciò è perfettamente legale, anzi è un forma di finanziamento dei partiti trasparente. Il problema riguarda la successiva dichiarazione dei redditi di Fugatti, che tra l'altro è dottore commercialista. La normativa fiscale prevede che donazioni a soggetti quali enti assistenziali, onlus ma anche partiti, possano essere poste in detrazione al 19% (percentuale poi aumentata al 26%, ma con un tetto). In questo modo il deputato aveva recuperato 24 mila euro nel 2008. La detrazione però non ha superato il vaglio dell'Agenzia delle entrate. Il fisco ha ritenuto che quella dazione non avesse quel carattere di liberalità che consente di portare la cifra in detrazione. In particolare, secondo l'Agenzia delle entrate il deputato aveva firmato una sorta di contratto con l'allora tesoriere della Lega Francesco Belsito che lo vincolava a "donare" alle casse del partito. «Quel contratto non esiste - replica Fugatti - il mio era, ed è ancora oggi come consigliere regionale, un impegno morale che ho sempre rispettato. Tutto ciò viene contestato solo alla Lega, la questione infatti riguarda me insieme ad altre 150 persone, dopo la vicenda Belsito. Tutti hanno presentato ricorso, ora attendiamo il giudizio».

Intanto, proprio in questi giorni, una previsione della Legge di stabilità ora in discussione ha rinfocolato le polemiche e le proteste M5S su questa materia: si è dato il via libera in commissione a un emendamento del partito democratico che supera i dubbi interpretativi delle norme in vigore e stabilisce che candidati o eletti alle cariche pubbliche, vale a dire i politici, potranno detrarre i finanziamenti ai partiti, considerati "erogazioni liberali".

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