Quirinale precisa: 238mila euro e nessun vitalizio

L’indennità del Presidente Napolitano è di 239.810 euro all’anno. Lordi e non netti, soggetti a tutte le imposizioni sul reddito: Irpef e addizionali regionali, provinciali e comunali. Inoltre il Presidente Napolitano non percepisce alcun vitalizio o trattamento pensionistico da tempo maturato per le attività di deputato in dieci legislature»

quirinaleROMA - Con una nota ufficiale, il Quirinale risponde agli «interrogativi e le ipotesi che una pubblicazione vicina all’on. Brunetta (ovvero il Mattinale, ndr) ha sollevato a proposito dell’emolumento percepito dal Presidente della Repubblica». Una nota piccata, in cui però dal Colle si intende mettere le cose in chiaro: «Già in precedenti occasioni hanno ricevuto chiara risposta. Non c’è nulla su cui elucubrare. L’indennità del Presidente Napolitano è di 239.810 euro all’anno. Lordi e non netti, soggetti a tutte le imposizioni sul reddito: Irpef e addizionali regionali, provinciali e comunali. Inoltre il Presidente Napolitano non percepisce alcun vitalizio o trattamento pensionistico da tempo maturato per le attività di deputato in dieci legislature».

 

Il comunicato del Quirinale risponde appunto ad una nota del Mattinale in cui era scritto: «Matteo Renzi - scriveva il Mattinale - prima di proporre tetti alle retribuzioni e confronti tra situazioni incommensurabili, dovrebbe informarsi. La livella indicata, per riprendere la bella poesia di Totò, di 238mila euro quale limite allo stipendio degli alti burocrati dello Stato non ha alcunchè a vedere con il compenso del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Per il semplice fatto che quella portata ad esempio non è una retribuzione. Ma un assegno personale che, in attuazione all’articolo 84, ultimo comma della Costituzione, secondo quanto dispone la legge 177 del 1985, è stabilito in ragione annua “da corrispondersi in dodicesimi”. Sembra una distinzione di lana caprina, ma non è così. Già in quella qualificazione “in dodicesimi” è tutto un programma».

 

Poi ecco l’affondo: «Se l’assegno annuo non è una retribuzione, ne consegue che lo stesso regime fiscale, cui è sottoposto è completamente diverso rispetto ai compensi delle altre cariche dello Stato. Vuoi vedere che quei 238mila euro sono, più o meno netti, in busta paga? Se fosse così il tetto alle retribuzioni che Renzi propone dovrebbe essere ben più alto di quello vigente: circa 311 mila euro, oltre 450 mila euro lordi. Bel pasticcio Renzi. Il tuo populismo demagogico non solo sta creando danni ma finirà per coprirti di ridicolo» conclude Il Mattinale.

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