Sardegna al voto, vince l'astensione

La Sardegna saprà oggi quale sarà per i prossimi cinque anni il suo governatore. Solo oggi al voto mentre nelle precedenti Regionali del 2009 a disposizione dei sardi i giorni erano stati due. Oggi dalle sette lo spoglio nelle 1.836 sezioni sparse nelle otto circoscrizioni. Alle 19 di ieri si è recato ai seggi il 41,02% degli elettori, nel 2009 il 36,11% ma in quell'occasione i sardi avevano avuto otto ore in più per esprimersi: il dato finale fu allora del 67,57%. Il partito dell'astensione sembra, quindi, segnare la consultazione

La Sardegna saprà oggi quale sarà per i prossimi cinque anni il suo governatore. Solo oggi al voto mentre nelle precedenti Regionali del 2009 a disposizione dei sardi i giorni erano stati due. Oggi dalle sette lo spoglio nelle 1.836 sezioni sparse nelle otto circoscrizioni. Alle 19 di ieri si è recato ai seggi il 41,02% degli elettori, nel 2009 il 36,11% ma in quell'occasione i sardi avevano avuto otto ore in più per esprimersi: il dato finale fu allora del 67,57%. Il partito dell'astensione sembra, quindi, segnare la consultazione.
Sono stati chiamati al voto 1.480.366 sardi (725.305 uomini e 755.061 donne) per scegliere fra i sei candidati presidenti e rinnovare il Consiglio. Sessanta i posti nell'Assemblea regionale per effetto della riforma dello Statuto autonomistico che li ha ridotti da 80. Non è una consultazione nazionale ma è certamente un test per i leader dei partiti: per far vincere la propria coalizione si son spesi in prima persona, fra gli altri, anche Matteo Renzi e Silvio Berlusconi.
La giornata quasi primaverile ha favorito coloro che, specialmente nel centro dell'isola (dal Nuorese all'Ogliastra), erano stati penalizzati nella scorsa tornata elettorale. Nel 2009 si votò nello stesso periodo (15 e 16 febbraio) ma con ben altro tempo: neve e ghiaccio sui monti e nei paesi. Ieri invece sono state proprio queste zone ad aver registrato fra le affluenza più alte. Non univoche sono state sinora le risposte degli abitanti nelle varie aree dell'isola, non vi è la corsa al voto delle zone alluvionate della Gallura e dell'Oristanese, mentre nei territori a maggior incidenza di disoccupazione e segnati da laceranti crisi industriali segnali contrastanti dell'affluenza.

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