Alla fine ai prof resteranno i 150 euro contestati

Il «pasticciaccio brutto» degli scatti di stipendio degli insegnanti sembra aver trovato soluzione: la busta paga degli insegnanti non perderà quei 150 euro percepiti nel 2013 in seguito ad una contorta vicenda di norme e blocchi. La decisione è arrivata dopo una riunione a Palazzo Chigi tra il premier Letta, il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, e quello dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza. Riunione sulla quale ha pesato il pressing del segretario Pd, Matteo Renzi, che su Twitter ha bacchettato l'Esecutivo

Il «pasticciaccio brutto» degli scatti di stipendio degli insegnanti sembra aver trovato soluzione: la busta paga degli insegnanti non perderà quei 150 euro percepiti nel 2013 in seguito ad una contorta vicenda di norme e blocchi. La decisione è arrivata dopo una riunione a Palazzo Chigi tra il premier Letta, il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, e quello dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza. Riunione sulla quale ha pesato il pressing del segretario Pd, Matteo Renzi, che su Twitter ha bacchettato l'Esecutivo: «Il taglio agli insegnanti è assurdo. Il governo rimedi a questa figuraccia, subito. Il Pd su questo non mollerà di un centimetro».
A dispetto dell'esito positivo dell'incontro, gli attriti già emersi tra i ministri Carrozza e Saccomanni, sono proseguiti pure ieri. La titolare dell'Istruzione aveva appena espresso la propria soddisfazione per il «salvataggio» delle retribuzioni degli insegnanti, quando è arrivato uno stizzito commento di Saccomanni: «C'è stato un problema di comunicazione. Il ministero dell'Economia è un mero esecutore. Aspettavamo istruzioni che non ci sono pervenute». In una nota il ministro delle Finanze precisa di aver informato l'Istruzione (Miur) il 9 dicembre scorso che avrebbe proceduto al calcolo e al recupero delle somme relative agli scatti, dando quindi al Miur il tempo necessario a formulare diverse istruzioni. Queste non sono arrivate e si è proceduto secondo la legge in vigore.
La replica della Carrozza non si è fatta attendere. Premettendo di non voler fare polemica, il ministro ha spiegato che «tra Natale e Capodanno sono stati presi questi provvedimenti per inerzia amministrativa senza comunicare ai ministri competenti cosa stava avvenendo». Carrozza ha puntato l'indice sulla eccessiva frammentazione di gestione («gli insegnanti per il pagamento degli stipendi dipendono dal Mef, ma sono anche dipendenti pubblici e dunque per altre cose fanno capo alla Pubblica amministrazione») e ha assicurato di non cercare alcun colpevole, ma una soluzione. «E la soluzione - ha aggiunto - può essere soprassediamo per ora e nel frattempo troviamo la soluzione». In serata la «ricucitura» tra i due.«Capitolo chiuso» ha assicurato Saccomanni: ora si vedrà come la decisione «si rifletterà in busta paga e mi auguro non si alteri il saldo finale». I sindacati aspettano prima di cantare vittoria. «Verificheremo che la gestione amministrativa sia veloce e che negli stipendi di gennaio non ci siano sorprese dovute a cattiva burocrazia» avverte il leader della Uil scuola, Massimo Di Menna. E Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil va oltre: «Sarà sciopero se questa decisione non sarà definitiva e non si estenderà anche al ripristino degli scatti 2012 e 2013 e agli altri tagli delle buste paga dei lavoratori». I leader confederali Bonanni (Cisl) e Camusso (Cgil) colgono l'occasione per chiedere al Governo di aprire un tavolo di confronto con il sindacato sui problemi della scuola e della valorizzazione del suo personale. Una richiesta puntellata in serata da una notizia che rischia di aprire un nuovo fronte: una circolare del ministero dell'Istruzione chiede la restituzione al personale ausiliario, tecnico e amministrativo della scuola dell'incentivo economico, stabilito con un accordo del 2011, per mansioni che vanno oltre i normali compiti. Ma il ministro Carrozza traquillizza: «Stiamo lavorando per trovare subito una soluzione»

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