Giornata delle minoranze  Eva Klotz: via dall'Italia

La pasionaria del Sudtirolo Eva Klotz non ha dubbi: «Per l'Alto Adige - dice - la salvezza è fuori dall'Italia. Dobbiamo esercitare al più presto il nostro diritto all'autodeterminazione e lasciare questo Stato»

KlotzBOLZANO - Molto folklore, slogan politici quanto basta e soprattutto per una volta niente marce: sono stati questi gli «ingredienti» della Giornata dell'indipendenza organizzata dagli Schützen a Merano. Rappresentanti di numerose minoranze europee con i loro vestiti tradizionali, come anche una delegazione tibetana, e molti curiosi hanno popolato le vie del centro storico. Il tutto si è svolto in un clima disteso.


«Ti possono forse rubare la tua indipendenza, ma non ti potranno mai rubare la tua identità, perchè avrai sempre la tua lingua, la tua cultura e la tua terra», spiega Jinpa Santu Lama allo stand tibetano. La via verso l'indipendenza è lunga - ammette -, «ma anche una montagna è alta e può comunque essere scalata passo dopo passo».


Ci sono anche stand informativi di friulani, veneti, triestini, siciliani e sardi, ma anche catalani, baschi e islandesi. Non mancano neanche le note di colore. Così i fiamminghi offrono una birra gratis in cambio di una firma per la loro indipendenza. «È una festa popolare, un po' come l'adunata degli alpini», commenta un passante sorseggiando una birra.


Non sono comunque mancati gli interventi politici, che hanno avuto come filo rosso la volontà di indipendenza. La pasionaria del Sudtirolo Eva Klotz non ha dubbi: «Per l'Alto Adige - dice - la salvezza è fuori dall'Italia. Dobbiamo esercitare al più presto il nostro diritto all'autodeterminazione e lasciare questo Stato». I liberalnazionali Freiheitlichen vedono il futuro dell'Alto Adige in uno «Stato libero». La Svp boccia invece entrambe le ipotesi. «Per noi - spiega il segretario amministrativo Philipp Achammer - indipendenza e libertà significano più autonomia e più Euregione».
Il giovane comandante degli Schützen e organizzatore dell'evento, Elmar Thaler, che di solito non teme le parole forti, parla invece di una «grande festa». «È stata - aggiunge - un'occasione per fare incontrare le vari minoranze, scambiarsi le idee e possibili soluzioni». Secondo Thaler, «sono state pochissime le critiche da parte dei partiti di lingua italiana. Ho particolarmente apprezzato - afferma - le parole di sostegno dal coordinatore altoatesino del Pdl Alessandro Bertoldi».

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