Insulti e odio su Facebook la proposta di Italia Viva: «Obbligo di dare un documento»

Internet (e in particolare Facebook) è pieno di persone che insultano gli altri, danno notizie false e fanno commenti razzisti o sessisti, ma non sono individuabili. Una «stretta» all’accesso ai social per evitare hater e degenerazioni web. È l’idea del responsabile economico di Italia Viva Luigi Marattin che fa sua la proposta del regista Gabriele Muccino e annuncia un ddl che «obblighi chiunque apra un profilo social lo faccia con un valido documento d’identità». Bufera sui social da chi grida alla libert¿ della rete ma nella politica la proposta di Marattin non è isolata visto che anche il deputato Fi Nazario Pagano ha già presentato tempo fa una proposta di legge identica.

L’esponente del partito di Matteo Renzi, che da tempo ha ingaggiato una guerra alle fake news, propone che il Parlamento intervenga per realizzare una legge che imponga che si apra un profilo social solo con la carta d’identità, poi, aggiunge Marattin, «prendi il nickname che vuoi (perchè é giusto preservare quella scelta) ma il profilo lo apri solo così».

Immediata la reazione contraria di molti utenti social ma il deputato Iv insiste: «Si arrabbiano quando annunci di voler fare qualcosa per impedire che il web diventi la fogna che è diventato ma si mettano l’animo in pace, il limite è superato ed è ora di agire». Al di là della fattibilità dell’iniziativa, l’intenzione politica sembra trasversale: d’altra parte i politici sono i primi ad essere bersagliati da insulti spesso anonimi sul web. Il deputato azzurro Pagano ha già chiesto al Parlamento di intervenire un anno fa: da un anno, sostiene, «questa violenza non sembra fermarsi ma anzi aumentare, come dimostrato dagli insulti razzisti di cui è vittima costantemente la senatrice Liliana Segre solo per citare un episodio».

La senatrice a vita, sopravvissuta al lager di Auschwitz, è bersaglio di oltre 200 messaggi di odio al giorno e ora si è fatta promotrice di una commissione parlamentare sui fenomeni di intolleranza, razzismo e antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, proposta che dovrebbe essere votata presto in Senato.

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