Polizia, l'utilizzo della pistola elettrica è vicino

Più vicina anche in Italia la sperimentazione del «Taser», la pistola elettrica

Il dipartimento della pubblica sicurezza ha costituito un gruppo di lavoro interforze - di cui fanno parte anche esperti del ministero della Salute, dell'Istituto superiore di Sanità, dell'Enea e del Banco nazionale di prova per le armi - per avviare la sperimentazione del «Taser», la pistola elettrica che potrebbe essere data in dotazione agli agenti.

A fare il punto della situazione sulle sperimentazioni da avviare e quelle già in atto è una circolare del Viminale trasmessa ai sindacati. Per quanto concerne la pistola elettrica, nella circolare si sottolinea che l'obiettivo finale è quello di «garantire la sicurezza dell'operatore di polizia e quello della persona che potenzialmente potrebbe essere attinta».

Il compito del gruppo di lavoro è quello di individuare il modello di pistola da sperimentare e di analizzare tutti gli aspetti legati all'utilizzo del Taser. Tra i test che dovranno essere eseguiti, delle «prove sperimentali su impianti pacemaker e defribillatori», l'acquisizione di tutte le informazioni sugli effetti «immediati e ritardati prodotti dalle scariche elettriche sul corpo umano», le prove balistiche «per la misurazioni delle energie cinetiche di impatto sviluppate dai dardi e le relative penetrazioni».

È già in corso, invece, la sperimentazione delle fasce di velcro, uno «strumento di coercizione alternativo o ausiliario alle manette per assolvere a funzioni di contenimento o per esigenze di soccorso pubblico» che potrà essere utilizzato, ad esempio, nel rimpatrio dei migranti. Si tratta di un dispositivo che consente di bloccare polsi, braccia o gambe di una persona.

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