«Posizione dominante» Antritrust Ue contro Google

L’antitrust Ue ha aperto due procedure formali su Google, inviando all’azienda uno Statement of objection con l’accusa di «abuso di posizione dominante nel mercato della ricerca su Internet» e separatamente ha aperto un’indagine formale sul sistema Android. Google dovrà rimediare ai dubbi Ue, o rischia una maxi-multa. Il tempo per le risposte è dieci settimane.

La Commissione Ue accusa Google di aver «sistematicamente favorito» i suoi prodotti nelle pagine di ricerca generali. In particolare sotto accusa è il servizio Google shopping, che secondo la Commissione viene messo in una posizione più evidente rispetto agli altri concorrenti che propongono prodotti da acquistare. Per Bruxelles questo «viola le norme antitrust Ue perchè soffoca la concorrenza e danneggia i consumatori», e i rimedi presentati finora sono giudicati «insufficienti».
L'invio dello Statement of Objections però «non pregiudica l’esito dell’inchiesta», precisa la Commissione.

«Temo che Google dia un vantaggio anticompetitivo ai suoi servizi di shopping, ora ha l’opportunità di convincerci del contrario, ma se l’indagine confermerà i nostri sospetti Google dovrà affrontare le conseguenze legali e modificare il modo in cui conduce gli affari in Europa», ha detto il commissario alla concorrenza Margrethe Vestager.

L’altra indagine formale si concentra sulla «condotta» di Google nel suo sistema operativo Android, e «cercherà di verificare se l’azienda ha stretto accordi anticoncorrenziali o abusato della sua posizione dominante nel campo dei sistemi operativi, applicazioni e servizi per smartphone». «Gli smartphone, tablet e simili giocano un ruolo crescente nella vita delle persone e voglio essere sicura che il mercato in questa area possa fiorire senza limitazioni anticoncorrenziali imposte da qualche azienda», ha detto Vestager.

Google ha cercato per due anni di patteggiare con l’Unione europea, ma senza esito. Mountain View realizza - secondo alcune stime - il 35% dei suoi ricavi in Europa e la sua quota nella ricerca online supera il 90% in molti paesi europei, a fronte del 65% negli Stati Uniti.

«Con rispetto, ma siamo fortemente in disaccordo con lo Statement of objection e non vediamo l’ora» di presentare la nostra posizione «nelle prossime settimane», replica Google sul blog ufficiale.
«Google potrà essere il motore di ricerca online più usato - scrive Amit Singhal, senior vice president di Google Search -, ma le persone oggi possono avere accesso alle informazioni in molti modi diversi e le accuse di danni, per consumatori e concorrenti, si sono dimostrate fuori luogo».

Google sottolinea che gli utenti hanno «più scelta che mai». «Compagnie come Axel Springer, Expedia, TripAdvisor, and Yelp», aggiunge Singhal, «hanno sostenuto che la pratica di Google di includere nelle ricerche i nostri risultati specializzati (Flight Search, Maps e risultati locali) abbia significativamente danneggiato il loro business. Ma il loro traffico, i loro ricavi e i loro profitti dicono qualcosa di molto diverso». Quanto allo shopping, sottolinea Google, «c’è un’enorme competizione», ad esempio con Amazon ed eBay, «due dei maggiori siti di e-commerce al mondo».

All’indagine formale sul sistema Android risponde con un post, firmato da Hiroshi Lockheimer, vicepresidente of Engineering di Android: «Non solo Google ha ottenuto benefici dal successo di Android. Il modello Android ha permesso ai produttori di competere con le proprie innovazioni. Gli sviluppatori possono raggiungere un pubblico maggiore e costruire business solidi. E i consumatori ora hanno una scelta senza precedenti e a prezzi quanto mai contenuti. Non vediamo l’ora di discutere di questi aspetti più nel dettaglio con la commissione europea nei prossimi mesi».

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