Ricerca, si investe ancora Il Trentino al top in Italia

È cresciuta la spesa per la ricerca in Trentino, ma non negli ultimi anni. È quanto emerge dalla pubblicazione, da parte del Servizio statistica della Provincia, di uno studio sulla ricerca e l'innovazione in Trentino dal 2000 al 2011, realizzato sulla base dei dati raccolti dall'Istat su tutto il territorio nazionale. I dati in serie storica mostrano dunque una crescita continua della spesa per ricerca e sviluppo fino al 2009, sia in valore assoluto sia in termini di incidenza sul Pil provinciale

medico  microscopio provetta artificiale laboratorio scienzaTRENTO - È cresciuta la spesa per la ricerca in Trentino, ma non negli ultimi anni. È quanto emerge dalla pubblicazione, da parte del Servizio statistica della Provincia, di uno studio sulla ricerca e l'innovazione in Trentino dal 2000 al 2011, realizzato sulla base dei dati raccolti dall'Istat su tutto il territorio nazionale. I dati in serie storica mostrano dunque una crescita continua della spesa per ricerca e sviluppo fino al 2009, sia in valore assoluto sia in termini di incidenza sul Pil provinciale. Nel biennio successivo si registra un calo in termini assoluti che peraltro non intacca il peso della spesa in ricerca sul Pil. Infatti nel periodo 2009-2011 tale rapporto si posiziona stabilmente intorno al 2%, a un livello superiore alla media nazionale (1,25% nel 2011) e prossimo alle medie europee (2,05% nell'Europa a 27 Paesi e 2,14 nell'Europa a 15).
 
Pertanto il Trentino ha già superato l'obiettivo stabilito dall'Italia, pari all'1,53%, per la Strategia Europa 2020.  Guardando alle statistiche, si evidenzia soprattutto l'impegno del settore delle imprese private. Se nel 2000, su un totale di 88 milioni investiti in ricerca e sviluppo, 31,6 milioni erano da addebitare alle istituzioni pubbliche e 27,5 all'università, i privati spendevano 29,4 milioni. Nel 2011 la situazione appariva completamente diversa, con le aziende ad investire 145,7 milioni su un totale di 316 milioni. Le istituzioni pubbliche erano invece a 89,2 milioni e l'Università a 73,9 milioni. Altri 7,1 milioni erano invece da riferire alle istituzioni private non profit.
 
Un altro dato particolarmente interessante riguarda gli addetti che si occupano di ricerca e sviluppo, quasi raddoppiati in Trentino circa dieci anni. In questo caso, il primo anno di rilevamento complessivo, il 2002, il settore faceva segnare 1.845 addetti che a fine 2011 sono arrivati a 3.524. Andando a vedere i singoli comparti, anche in questo caso i privati hanno cambiato marcia negli anni, passando dagli iniziali 489 addetti (contro i 789 delle istituzioni pubbliche e i 550 dell'Università) a 1.578 occupati del 2011 (1.005 nel pubblico e 793 nell'Università).
 
Ma dove si rivolgono i fondi destinati alla ricerca? Nel 2012, la maggior parte della spesa era destinata alla promozione della conoscenza di base, con 56 milioni. A seguire 43 milioni sono stati investiti nelle produzioni e nelle tecnologie industriali e 25 all'agricoltura. Altri capitoli sostanziosi di spesa sono poi finiti nella protezione della salute umana e nello studio di sistemi di trasporto e di telecomunicazione.

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