Melinda: verrà espulso chi usa prodotti proibiti

Melinda usa il pugno di ferro con i frutticoltori associati che non rispettano le direttive dei tecnici nell'utilizzo di agrofarmaci. Una decisione che punta a prevenire eventuali comportamenti scorretti da parte di qualche agricoltore che preferisce agire di testa propria, piuttosto di seguire i consigli degli esperti.

di Andrea Bergamo

mela mele melindaVAL DI NON – Melinda usa il pugno di ferro con i frutticoltori associati che non rispettano le direttive dei tecnici nell'utilizzo di agrofarmaci. Una decisione che punta a prevenire eventuali comportamenti scorretti da parte di qualche agricoltore che preferisce agire di testa propria, piuttosto di seguire i consigli degli esperti.


Nei giorni che hanno preceduto il via alla raccolta delle mele ognuno dei cinquemila soci ha ritirato un documento nel quale si avvisava che le «mele marce» - ossia i furbetti dell'atomizzatore - rischiano persino l'espulsione dal consorzio delle sedici cooperative. Pizzicare i contadini disonesti sarà peraltro più facile rispetto al passato, grazie ad una intensificazione dei controlli sui frutti del raccolto 2013. Le analisi sono già state avviate al fine di verificare la rispondenza alle norme di legge e al disciplinare di produzione integrata della Provincia. Nel caso in cui si evidenziasse l'utilizzo di prodotti non ammessi, il consiglio di amministrazione di Melinda ha deciso l'espulsione immediata del socio interessato dalla cooperativa di riferimento. A meno che il socio non dichiari al momento del conferimento che la sua produzione non è conforme alla legge: in tal caso il prodotto non sarà oggetto di liquidazione e verrà distrutto.


Se invece il frutticoltore dovesse dichiarare che le proprie mele non sono state coltivate secondo il disciplinare di produzione integrata - senza comunque utilizzare prodotti proibiti - è previsto che non goda dei contributi per la produzione integrata. E i frutti saranno liquidati per il loro effettivo valore commerciale.


Di diverso tenore saranno invece le conseguenze per chi agisce di propria iniziativa. In assenza di una dichiarazione spontanea, e precedente al conferimento da parte del socio, saranno assunti severi provvedimenti. Se le analisi dovessero accertare l'effettivo dolo da parte del socio, la cui produzione risulta conforme alla legge ma non al disciplinare di produzione integrata, è previsto che il raccolto sia liquidato al 50% del suo effettivo valore commerciale. Se invece dalle analisi dovesse emergere che i frutti non sono conformi alla legge, è previsto che la produzione non sia oggetto di liquidazione. Verranno inoltre addebitati all'agricoltore tutti gli eventuali maggiori costi sostenuti per la separazione e lo smaltimento dei frutti, oltre al rimborso dei danni subiti sia dal punto di vista commerciale che di immagine. In questo modo si tutelano i consumatori, i frutticoltori onesti e non ultima la salubrità dell'intera valle di Non.


«Nei casi di eventuale ritrovamento di residui di principi attivi non ammessi dalla legge, e in assenza di dichiarazione preventiva da parte del socio – si legge sull'avviso distribuito ai produttori -, Melinda raccomanda alle cooperative consorziate l'espulsione immediata del socio interessato».

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