La collezione Caproni

La collezione "Caproni" è stata creata da Gianni Caproni a partire dal 1910; nel 1927, per volontà dello stesso capostipite e della moglie Timina Guasti, essa dà origine al “Museo Aeronautico Caproni di Taliedo”, ossia a quello che viene riconosciuto come la più antica istituzione museale al mondo preposta alla conservazione delle testimonianze della storia aeronautica. Oltre che per la sua longevità, lungo il Novecento la collezione acquista notorietà internazionale per la rarità o l'unicità dei beni che la compongono, per la ricchezza tematica delle diverse raccolte che entrano a farne parte e per la completa originalità dei beni in essa custoditi

caproni museo aereoTRENTO - La collezione "Caproni" è stata creata da Gianni Caproni a partire dal 1910; nel 1927, per volontà dello stesso capostipite e della moglie Timina Guasti, essa dà origine al “Museo Aeronautico Caproni di Taliedo”, ossia a quello che viene riconosciuto come la più antica istituzione museale al mondo preposta alla conservazione delle testimonianze della storia aeronautica. Oltre che per la sua longevità, lungo il Novecento la collezione acquista notorietà internazionale per la rarità o l'unicità dei beni che la compongono, per la ricchezza tematica delle diverse raccolte che entrano a farne parte e per la completa originalità dei beni in essa custoditi. Quell’immenso patrimonio raccolto da Caproni e dai continuatori della sua opera diventa finalmente fruibile al pubblico nel 1992, con l’apertura a Trento del nuovo “Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni”, oggi incluso nella rete museale che fa capo al Museo delle Scienze.


Il nucleo più famoso e apprezzato della collezione Caproni è rappresentato da 36 aeromobili storici, di cui 28 aeroplani, 4 elicotteri e 4 alianti. A questo nucleo appartengono sia velivoli progettati e costruiti dallo stesso Caproni lungo l’arco della sua attività, e da lui successivamente destinati al museo aziendale, sia velivoli di diversa produzione italiana e straniera acquisiti per il museo fra le due guerre allo scopo di documentare i progressi dell’aviazione. All’iniziativa degli eredi di Caproni si deve, nel secondo dopoguerra, l’ulteriore ampliamento della raccolta di aeromobili fino a raggiungere l’attuale consistenza, grazie a una campagna di acquisti di velivoli giunti al termine della vita di volo, di velivoli in vendita sul mercato antiquario o di mezzi dismessi da Aeronautica Militare. La completa originalità delle macchine e il loro stato di conservazione, spesso eccezionale per via della presenza prolungata all’interno di una collezione privata e solo raramente aperta al pubblico prima del 1991, contribuiscono a fare del Museo Caproni uno fra i più famosi e prestigiosi musei aeronautici al mondo.


Fra i beni di punta della collezione sono da ricordare almeno il biplano Caproni Ca 6 e il monoplano Caproni Ca 9 del 1911, testimonianze pionieristiche degli esordi del giovane Caproni come costruttore di aerei; il prototipo di caccia bombardiere Caproni Ca 53 della Prima guerra mondiale; i frammenti del Caproni Ca 60 del 1921, primo prototipo per il trasporto civile di massa sulle tratte transoceaniche; il biplano da turismo Caproni Ca 100 del 1928, ed infine il prototipo di aerotaxi Caproni Ca 193 del 1949. Numerosi anche gli aeromobili di diversa produzione raccolti da Caproni e dai suoi eredi per il loro valore storico, come ad esempio il biplano da ricognizione Ansaldo SVA 5 della Prima guerra mondiale, legato alla celebre impresa del “Volo su Vienna” di Gabriele D’Annunzio, il frammento di caccia tedesco Fokker D.VIII anch’esso risalente alla Grande Guerra, i caccia italiani Macchi MC 200 e Reggiane Re 2005 della Seconda guerra mondiale, o gli elicotteri Manzolini, emblemi dei primordi del volo ad ala rotante in Italia nel secondo dopoguerra.


Se la collezione Caproni può essere definita unica nel suo genere, lo si deve anche al fatto che essa non include solo aeromobili storici ma anche vaste raccolte dedicate – come nelle intenzioni dei fondatori del museo – alle testimonianze più disparate della conquista dell’aria da parte dell’uomo: parti di aeroplani, motori aeronautici, eliche, cimeli e testimonianze materiali della storia aeronautica e dei suoi principali protagonisti in Italia e nel mondo, manifesti e pubblicità d’epoca a tema aeronautico, documenti e fotografie, nonché modellini di aerei creati sia per finalità reclamistiche e di rappresentanza aziendale, sia per i test aerodinamici in galleria del vento.


Di particolare interesse è anche la raccolta artistica, in cui sono presenti alcuni dei principali artisti italiani del primo Novecento, coinvolti da Caproni nell’opera di illustrazione e pubblicità dei suoi aeroplani, in particolare appartenenti alla corrente del secondo futurismo che trova nella collezione del Museo Caproni la sua più ampia e completa espressione. Fra i molti nomi di spicco della raccolta, sono da ricordare almeno quelli di Luigi Ratini, Luigi Bonazza, Fortunato Depero, Giacomo Balla, Mario Sironi, Tato, Alfredo Ambrosi.


Degni di nota sono anche la biblioteca Caproni, fondo librario a tema aeronautico di rilevante ampiezza e valore culturale, e l’archivio dell’“Ufficio tecnico della società Aeroplani Caproni” di Roma, in cui sono raccolte le riproduzioni eliografiche dei progetti di aeroplani eseguiti nelle diverse sedi produttive della società in un arco di tempo compreso fra il 1918 e il 1943: un complesso documentario di notevole estensione e di imprescindibile importanza per la storia dell’industria aeronautica italiana.
(m.n.)

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