Ciclismo / L'evento

Francesco Moser e i quarant'anni del record dell'ora: la grande festa a casa del campione

Ad organizzarla, a maso Warth sopra Gardolo, il club dei 70 Giornalisti olimpici del Trentino Alto Adige Südtirol

TRENTO. Sono stati una settantina di amici, tra i quali quattro campioni olimpici, quattro campioni del mondo e un bi-vincitore del Giro d’Italia, ad animare la festa per la ricorrenza dei 40 anni del Record dell’Ora stabilito da Francesco Moser a Città del Messico il 23 luglio 1984

Ad organizzarla sono stati il club dei 70 Giornalisti olimpici del Trentino Alto Adige Südtirol "Olympia Media 2026" presieduto da Diego Decarli e il Guinnes Club 92 di Trento guidato da Giovanni Groff, ovvero le due associazioni di cui fa parte Francesco. Tra gli amici presenti i campioni olimpici Franco Nones, Giorgio Vanzetta, Cristian Zorzi e Silvio Fauner, con i ciclisti Maurizio Fondriest e Gibo Simoni, e Tone Valeruz, lo sciatore dell'estremo protagonista di cento prime discese sulle montagne di mezzo mondo: dalle Dolomiti al Makalu (una delle vette Himalayane di oltre 8000 matri) dal Gran Vernel vetta della Marmolada alla discesa in smoking della Cima Tosa nelle Dolomiti di Brenta.

L’evento si è svolto Maso Villa Warth (a Gardolo di Mezzo) dove Francesco abita, vi ha sede la sua cantina e il suo museo, con la presenza, tra gli altri, del sindaco di Trento Franco Ianeselli che ha ricordato il valore sociale dello sport anche quale grande motore del volontariato di cui Trento è quest’anno Capitale europea. E poi dall'assessore al turismo del Trentino Roberto Failoni e del consigliere provinciale Walter Kaswalder giunti a metà pomeriggio a fine lavori del Consiglio provinciale.

Ad aprire il pomeriggio è stata la classica sciabolata di Francesco con una speciale edizione del 51,151 Trento Doc che ha dato il via ai brindisi di festeggiamento assieme alla doppia torta Sacher con la “golosa” foto di Moser in azione il 23 gennaio 1984, realizzata da Il Marinaio.

Come detto l’appuntamento ha avuto uno svolgimento totalmente amicale ed è stato organizzato a sorpresa (Francesco non ne sapeva nulla fino all’ultimo momento) con la complicità dei figli Francesca e Carlo. E alla sua compagna Mara. Presenti i fratelli Diego e Alferio con le sorelle Anna, Giacinta e Gabriella e Fiorella, moglie di Aldo. Il fratello morto poco più di tre anni fa e ricordato con commozione, assieme ad Enzo, da Francesco.

Un taglio di torta, un brindisi, tanti racconti una pacca sulle spalle… Come si conviene tra amici.

I tanti che hanno affiancato e sostenuto Francesco Moser nella sua lunghissima carriera, ricca di grandi risultati. Tra questi due Campionati del Mondo, un Giro d’Italia, tre Parigi Roubaix, la Milano San Remo e i record dell’Ora conquistati nelle varie versioni: assoluto, a livello del mare, al coperto…. Imprese che a detta di molti osservatori collocano Moser al secondo posto nella classifica ognitempo alle spalle del belga Eddy Merckx

È stata un’occasione unica anche per visitare il Museo dove Francesco custodisce tutti i cimeli della sua prestigiosa carriera, comprese tutte le biciclette dei record a Città del Messico, al Vigorelli a Stoccarda e del revival del 1994 chiuso con 51,840 Km mancando di mezzo chilometro il primato di Obree.

Particolarmente apprezzata anche la visita anche alla cantina Moser dove nasce il famoso 51,151 Trento Doc e la sua bottaia, stavolta con cicerone il figlio Carlo che del Consorzio Trento Doc è vicepresidente.

Come è stato ricordato da Giovanni Groff e da Diego Decarli il record dell’Ora rappresenta un preciso spartiacque nel mondo del ciclismo: il passaggi da un mondo empirico tradizionale ad uno maggiormente scientifico e tecnologico. Il manubrio a corna di bue, le ruote lenticolari, i telai di nuova generazioni, lo studio dell’aerodinamica, le innovazioni in tema di alimentazione e di allenamento, compreso il cardiofrequenzimetro, sono oggi patrimonio di tutti coloro praticano il ciclismo. E Moser ha sottolineato come il record sia nato dal nulla e si sia concretizzato in soli tre mesi, l’ultimo trascorso a Città del Messico, grazie al supporto di grandi aziende, a cominciare da Enervit, e di uno staff tecnico che in Messico era composto da 40 persone. Un numero ancor oggi patrimonio solo dei grandi club calcistici.  

Un brindisi anche per Maurizio Fondriest, che ha compiuto 59 anni lo scorso 15 gennaio e per Francesco Nones, patriarca dello sport trentino che ne festeggerà 83 il prossimo primo febbraio.

Presenti, tra gli altri, anche Piero De Godenz (Presidente del C.0. Fiemme 2026) e Tito Giovannini (membro per il Trentino nel Cda della Fondazione Milano Cortina 2026) che ha ricordato il valore dei grandi campioni del Trentino e il loro prossimo coinvolgimento nell’azione di promozione dei prossimi Giochi 2026. In sala anche il presidente del Comitato paralimpici del Trentino - Alto Adige Suedtirol Max Bernardoni e Livio Guidolin rappresentante di spicco dei bersagli della regione e organizzatore della Staffetta dei bersaglieri per i 100 anni del Milite ignoto che nel 2021 vide la presenza proprio del bersagliere Francesco Moser che nel suo museo custodisce la “talianela” o cariola” ovvero la classica bicicletta a ruote piene di questo corpo dell’esercito italiano. E poi i giornalisti olimpici Giacomo Santini, Franco Bragagna, Gianfranco Benincasa e Andrea Pretti. Gli storici amici Nino, Marconi, Bepi Zoccante, Diego Nart, i fotografi Remo Mosna e Daniele Panato, il cui papà Dino era in Messico proprio con Mosna.

Oltre al concreto supporto della Cantina Moser (con Carlo e Francesca grandi anfitrioni) l’evento è stato reso possibile dal supporto de Il Marinaio di Trento (che ha realizzato le due grandi torte Sacher), di Itas, Dao e Banca del Trentino Alto Adige Suedtirol. C. L.

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