Tennis / Il caso

Sinner da forfait, Pietrangeli: “Se rifiuti la Davis e poi giochi sei da squalifica, rappresentare il proprio Paese è il massimo”

mo 11 settembre dopo una lunga serie di omaggi cominciati da settimane, Nicola Pietrangeli, al telefono con l'Ansa, si toglie l'ennesimo sassolino dalla scarpa

ROMA. "Non voglio entrare nel merito della vicenda Sinner, parlo in generale; e dico che rappresentare il proprio Paese è il massimo dell'aspirazione di uno sportivo, è un onore comunque, a prescindere dal risultato. Chi rifiuta per poi andare a giocare un torneo altrove, andrebbe squalificato". All'alba dei suoi 90 anni, che verranno celebrati con una grande festa il prossimo 11 settembre dopo una lunga serie di omaggi cominciati da settimane, Nicola Pietrangeli, al telefono con l'ANSA, si toglie l'ennesimo sassolino dalla scarpa, criticando di fatto i no alla maglia della nazionale, dall'alto delle sue 164 presenze in Davis. Il due volte vincitore del Roland Garros, che vinse la Davis da capitano non giocatore nel '76, in quella Coppa detiene il record azzurro di presenze da giocatore, con 120 vittorie tra singolare e doppio.

"Se uno rifiuta perché sta male per carità, ma chi rifiuta per poi andare a giocare un torneo altrove, allora la federazione dovrebbe squalificarlo per un anno almeno", è il giudizio forte di Pietrangeli. Al prossimo incontro di Davis dell'Italia a Bologna hanno dato forfait Jannik Sinner e Matteo Berrettini. "Se non sei fiero di giocare per il tuo paese fatti fare un certificato medico fasullo, è una questione di coscienza - conclude l'ex campione -. Oppure, non ti va perché hai paura di perdere o per le responsabilità? Non è detto che devi per forza vincere, ma ci devi provare. E non vanno trovate scuse o alibi, ma non sto facendo un nome in particolare in questo caso, parlo in generale, sia ben chiaro".

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