Sport / La polemica

Us Lavis, dopo i trionfi volano gli stracci: la rinuncia alla B2 per i costi «insostenibili»

Ma la squadra della pallavolo rossoblù non ci sta, la leader Bandera: «Dispiace che tanta fatica è stata sprecata, vanificando sacrifici di due anni. È stato un fulmine a ciel sereno, dopo tante promesse. Una clamorosa mancanza di sincerità e di rispetto. L’abbiamo saputo da voci di corridoio»

di Pietro Gottardi

LAVIS. Finale amaro, della serie "Ci eravamo tanto amati", fra il direttivo dell'Unione Sportiva Lavis presieduto da Marcello Rosa, e le ragazze della pallavolo rossoblù che hanno dominato la stagione della serie C regionale, centrando la doppietta CoppaTrentino Alto Adige e campionato. Il tempo di buttare nei cassonetti del vetro le bottiglie di spumante stappate per i brindisi e di ricevere dall'assessore provinciale a turismo e sport Roberto Failoni la "Farfalla del Trentino", ed hanno iniziato a volare gli stracci.

A scatenare il putiferio è stata la decisione insindacabile «presa dal direttivo all'unanimità» precisa il presidente Rosa, di rinunciare al titolo conquistato (il diritto di prendere parte la prossima stagione al campionato nazionale di B2) vendendolo ad una società della provincia di Ravenna. Una rinuncia che, ai sensi del regolamento Fipav, determina come conseguenza il declassamento della squadra in 1 divisione. La decisione ha prima spiazzato e poi fatto inviperire le atlete che in concreto erano state artefici di successi che mai l'Us Lavis nella sua lunga storia aveva raggiunto nella pallavolo.

A farsi portavoce di rabbia e amarezza della squadra è la capitana del sestetto rossoblù, Paola Bandera. «La pallavolo in questi anni è stata tante cose, sogni diventati obiettivi raggiunti, gioia, spensieratezza, aria fresca, terapia in alcuni momenti, amicizia, costruzione di identità - ha scritto in una lettera aperta la leader -  Oggi purtroppo, posso annotare anche tristezza, delusione, amarezza, rabbia. Dispiace constatare che tanta fatica è stata sprecata, così come tante energie fisiche e mentali, vanificati sacrifici di due anni. Non è la prima volta che succede, ma è stato un fulmine a ciel sereno, arrivato dopo tante promesse e dichiarazioni di intenti».

«Raramente mi è capitato di confrontarmi con una tale clamorosa e profonda mancanza di sincerità e di rispetto sia sportivo che personale. Di fatto la decisione di non prendere parte ai campionati nazionali non è mai stata presa, le atlete sono venute a conoscenza delle (non) intenzioni della società da voci di corridoio. La società non ha cercato un confronto con le atlete, non le ha mai messe al corrente della situazione, dei dubbi, delle difficoltà. Atlete che confidavano nella costruzione della squadra dopo che più volte era stato detto loro che c'erano le intenzioni serie, reali e concrete di dare seguito a quanto conquistato».

Parole pesanti come macigni, che non smettono di cadere: «Avremmo meritato ben altro trattamento, ma almeno l'onestà e la trasparenza quelle credo siano dovute sempre - rincara la dose Bandera - La cosa che aggiunge tristezza è che a subire questo contraccolpo non siamo solo noi atlete, allenatori e staff, ma l'intero panorama pallavolistico trentino. A nulla sono serviti gli appelli alla collaborazione da parte di altre società, le preghiere delle atlete, la messa a disposizione di persone che conoscono il mondo della pallavolo, per non uccidere il movimento».

Per parte sua, il presidente Rosa difende l'operato della società: «Detto che il direttivo della società è sovrano, la scelta dolorosa di rinunciare alla B2 si fonda su due ragioni: l'Us Lavis non dispone di una struttura dirigenziale e tecnica in grado di sostenere un campionato di quella levatura e nemmeno può farsi carico dei costi di una B2 (circa 60 mila euro) se non al prezzo di sacrificare il settore giovanile, questione quest'ultima che nemmeno prendo in considerazione».

Rispetto ai costi ulteriori da sostenere, Rosa precisa che i tentativi per trovare nuovi sponsor sono stati fatti: «Mi sono mosso in prima persona, ma nessuno degli imprenditori che ho contattato mi ha dato disponibilità».

All'accusa di scarsa trasparenza rispetto al futuro della squadra, il presidente rimbecca: «Personalmente non mi sono mai sbilanciato sulla possibilità o meno di disputare la B2. Che le ragazze ci sperassero è un conto. Ciò che poi in concreto ha deciso il direttivo è un altro. Non è la prima volta che una società rinuncia al titolo: nella pallavolo lo hanno fatto anche società molto più blasonate della nostra. Le atlete, tutte provenienti da fuori Lavis eccetto due, hanno ricevuto i rimborsi a cui avevano diritto. Se a loro non sta più bene rimanere all'Us Lavis, essendo tutte titolare del cartellino, sono libere di proseguire la loro attività altrove».

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