Calcio / La bufera

Superlega, piovono nuove critiche, Infantino (Fifa): difendiamo i valori dello sport e condanniamo questa iniziativa

Ma il presidente del Real Madrid, Florentino Perez, fra i registi principali dell'operazione, insiste, sempre battendo sul tasto del denaro: "Se noi generiamo profitti, ne beneficiano tutti, anche quelli che stanno più in basso. Il calcio deve evolversi e questo format ci garantirà molti più soldi"

L'IDEA Che cos’é la Superlega di calcio (e perchè è un business all’americana)

ROMA. Continua e sale di tono la polemica sul progetto di 12 fra i club più ricchi e potenti del calcio europeo di fondar euna nuova competizione, una Superlega nelal quale loro avrebbero sempre un posto assicurato.

Dopo le reazioni negative da parte delle istituzioni calcistiche nazionali e internazionali, nonché di vari governo, come quelli italiano e francese, continuano anche quelle di molti giocatori e tecnici, presi a loro volta alla sprovvista dall'accordo annunciato dalle big (comprese le italiane Juve, Inter e Milan).

Un accordo difeso anche oggi dal potente imprenditore spagnolo Florentino Perez, presidente del Real Madrid e grand eplayer nel mondo delel autostrade (ora in corsa anche per il controllo di quelle italiane: "Non lo faccio per salvare il Real, ma per salvare il calcio. Questo sport è in un momento critico, quello che stiamo facendo è solo per il bene del pallone", ha detto.

Duro, invece, anche il presidente della Fifa Gianni Infantino (foto), intervenuto al congresso Uefa a Montreux in Svizzera: "Voglio essere estremamente chiaro: la Fifa è una organizzazione costruita sui valori, i veri valori dello sport. Come Fifa non possiamo che fortemente condannare la creazione di una Superlega, che è un qualcosa di chiuso, che è una fuga dalle attuali istituzioni calcistiche. Non c'è nessun dubbio che la Fifa disapprovi questo progetto.

Se alcuni 'eletti' scelgono di andare per la loro strada, devono pagare le conseguenze delle proprie scelte. Sono responsabili delle loro scelte. Concretamente vuol dire, siete dentro o siete fuori? Non si può stare a metà. Pensateci bene, tutti devono pensarci. 

C'è molto da buttare via per un gioco finanziario a breve termine di qualcuno. Le persone devono pensare davvero attentamente, devono assumersi la responsabilità", ha concluso Infantino.

Ma Perez insiste affermando che il progetto degli "eletti", favorirebbe tutti: "Se noi generiamo profitti, ne beneficiano tutti, anche quelli che stanno più in basso. Il calcio deve evolversi e questo format ci garantirà molti più soldi - ha detto in una lunga intervista a Chiringuito Tv -, la Champions ormai ha perso appeal.

I giovani hanno perso interesse, il calcio deve evolversi: ci saranno più soldi per tutti, il pallone deve adattarsi ai tempi, il pubblico diminuisce. E con la pandemia, siamo tutti rovinati. Abbiamo capito che dobbiamo cambiare qualcosa per rendere questo sport più attrattivo per tutti".

Poi l'attacco all'Uefa: "Ceferin non può insultare come ha fatto con Agnelli, è impresentabile". Quanto alle minacce dell'Uefa dell'esclusione immediata dei club dalla Champions, Perez è sicuro: "I giocatori della Superlega stiano tranquilli, il divieto di giocare con le Nazionali non ci sarà. Né il Real, né il City verranno esclusi dalla Champions".

Ma molti altri non sono affatto d'accordo, anche perché le perdite, proporzionalmente, riguardano tutti.

E forse, semmai, sarebbe utili esaminarle per ripensare le dimensioni finanzirie di una piccola cerchia di club, giocatori e tecnici, che da sola ha un "giro d'affari" e costi pari all'insieme di tutte le realtà medie e minori del calcio comunque di vertice in Europa.

"Abbiamo bisogno di squadre come l'Atalanta, la Dinamo Zagabria. Se il calcio europeo è al massimo livello mondiale sia per quanto riguarda i club che le nazionali, lo deve in gran parte alla sua diversità. Bisogna che il sogno resti vivo per tutti", ha detto il presidente dell'Uefa Aleksander Ceferin in apertura del congresso a Montreux. Lo sloveno ha comunque ribadito che la Uefa non cambierà il proprio modello di riforma della Champions League. "Vi sarà un implicazione più importante dei club, anche a livello finanziario, anche se l'Uefa ne manterrà il controllo".

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