Torneo Beppe Viola: Benedetti lascia la presidenza

di Daniele Battistel

«Marco Benedetti mi ha detto che non ha più intenzione di proseguire con il suo impegno di presidente del comitato organizzatore del torneo Beppe Viola». A confermare indiscrezioni che da qualche ora giravano negli ambienti calcistici della «Busa» e non solo è il presidente dell’Arco Roberto De Laurentis.
«Nei giorni scorsi - continua De Laurentis - ha rimesso a me il mandato. Io sono il vicepresidente del comitato ed ora si penserà al da farsi. Guarderemo quali risorse abbiamo all’interno della società Usd Arco 1895 e faremo le nostre valutazioni».

Per quale motivo Benedetti ha lasciato?

«Tre anni fa, al momento di prendere in mano l’organizzazione del torneo lui aveva specificato che l’avrebbe fatto per 3 anni. E così è stato. Ha lasciato per stanchezza, per la fatica che si fa nel mettere insieme e gestire un evento così grosso e stressante».

Nell’intervista concessa all’Adige lo scorso marzo, un paio di giorni dopo la conclusione dell’evento, Benedetti aveva fatto capire la sua grande delusione per una sorta di mancata considerazione, se non addirittura boicottaggio, da parte della Figc nazionale. C’è anche questo dietro il suo abbandono?

«È innegabile che ci siano problemi con la Federazione. Ci fanno organizzare il Beppe Viola quando si fermano i campionati per far giocare la Nazionale. È chiaro che i giocatori migliori non vengono qui bensì ai raduni azzurri. È giusto dire che non c’è grande attenzione a tornei come il nostro o il “Viareggio”. Questi purtroppo sono i meccanismi della Fgc. Poi c’è anche un problema di scarso interesse locale. Mi riferisco alla gente, ai tifosi del calcio. Com’è possibile che alla finale in streaming ci siano 100mila persone collegate via internet e appena 200 sugli spalti, di cui la maggior parte nemmeno della nostra zona? Anche su questo serve una riflessione».

Non ne ha fatto una questione di risorse economiche.

«Ci arrivo. Il Beppe Viola costa 120 mila euro, quasi come tutta l’annata della nostra società, con il fatto che se uno sponsor sostiene il torneo poi non può più dare un contributo all’Arco per l’attività tradizionale».

Quindi, cosa succederà ora?

«Come si vede, sul piatto ci sono tante questioni su cui va fatta una riflessione. Il Beppe Viola ha 48 edizioni alle spalle, sarebbe un peccato non arrivare alle 50».

C’è effettivamente questo rischio?

«In questo momento una risposta sicura non ce l’ho. Anche perché è una scelta che dobbiamo prendere dentro il direttivo dell’Arco».

Lei potrebbe sdoppiarsi e gestire sia società che torneo, o no?

«Io l’avevo già detto 3 anni fa che avremmo potuto organizzare il torneo anche senza ricorrere agli esterni. Come presidente mi impegno fare una proposta ma prima serve una riflessione a 360 gradi considerando anche le implicazioni verso l’esterno».

Cosa intende?

«È innegabile che un torneoo internazionale come il Beppe Viola dia grande lustro a tutto il nostro territorio».

Il suo è un appello ad enti pubblici, società controllate e InGarda?

«Dico che facciamo un marketing territoriale che ha sempre funzionato bene, perché negli anni abbiamo portato qui grandi squadre straniere, espressione di territori importanti».

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