Rivoluzione in casa Ferrari Silurato Arrivabene Binotto promosso team principal

Adesso è ufficiale: Maurizio Arrivabene non è più il capo della Gestione Sportiva della Ferrari ed al suo posto subentra Mattia Binotto. A darne notizia la stessa Scuderia di Maranello con un comunicato stampa in cui si legge che: «Dopo quattro anni di impegno e instancabile dedizione Maurizio Arrivabene lascia la Scuderia. La decisione è stata presa di comune accordo con i vertici dell’azienda dopo una profonda riflessione in relazione alle esigenze personali di Maurizio e a quelle della Scuderia» scrive la Ferrari.

«A Maurizio vanno i ringraziamenti da parte di tutta la Ferrari per il lavoro svolto e per aver contributo a riportare la squadra a livelli estremamente competitivi. A lui vanno migliori auguri per il suo futuro e le prossime sfide professionali» prosegue la nota di Maranello. «A far data da oggi Mattia Binotto assume il ruolo di Team Principal della Scuderia Ferrari. A Mattia continueranno a rispondere tutte le funzioni tecniche».


 

Il 2019 della Ferrari parte con la svolta. Mattia Binotto, il papà della SF71H, la monoposto della scorsa stagione con cui Sebastian Vettel aveva fatto sperare i tifosi nella prima parte del 2018, prenderà il posto di Maurizio Arrivabene alla guida della scuderia di Maranello nelle vesti di team principal. Secondo quanto anticipato dalla Gazzetta dello Sport, l’ex uomo della Philip Morris, questa mattina non presente nei suoi uffici nella sede del Cavallino Rampante a Maranello, sarebbe ai saluti.

Secondo la «Rosa», «forse già oggi potrebbe essere infatti ufficializzato il cambio al vertice della Gestione sportiva, con l’attuale team principal sostituito da quello che fino all’anno scorso era il direttore tecnico della scuderia. Fra i reparti della fabbrica si respirava un’atmosfera di tensione e di incertezza già nelle scorse settimane, prima delle festività natalizie. Poi la svolta, con il mancato rinnovo del contratto di Arrivabene, che fino a settembre sembrava saldamente in sella».

La figura di Binotto a capo della scuderia Ferrari è quella del predestinato: nei piani di Marchionne sarebbe dovuta finire proprio così. Il compianto ex presidente del Cavallino Rampante aveva già deciso di puntare per il futuro su Binotto a capo della Gestione Sportiva. Fra loro c’era un filo diretto per le scelte tecniche e non solo. Marchionne si rivolgeva direttamente all’ingegnere di natali svizzeri, che aveva acquistato potere essendo fra i grandi artefici del rilancio della scuderia dopo il primo, fallimentare anno con i motori V6 ibridi.

Suo il merito d’aver riportato la Rossa davanti alla Mercedes in termini di prestazioni in gare e in qualifica almeno per la prima parte della stagione che si è poi conclusa, però, con il trionfo delle Stelle d’Argento e del quattro volte campione del mondo Lewis Hamilton.

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