Schumacher, Todt: «So tutto, ma non posso parlare»

Cinque anni dopo il grave incidente sciistico del 29 dicembre 2013, un team di medici e fisioterapisti si occupa di Michael Schumacher, e lo assiste nella riabilitazione, nella sua casa sul lago di Ginevra.

Tutti si interrogano sulle reali condizioni dell’ex campione di Formula 1, ma la famiglia mantiene il segreto, perché ogni dichiarazione comporterebbe nuove domande e «non ci sarebbe mai la tranquillità», disse una volta la manager Sabine Kehm, citata nuovamente da Bild Sport, che torna oggi sulla vicenda, pubblicando tra l’altro una nuova intervista al presidente della Fia, Michael Todt. È lo stesso giornale a ricordare anche l’intervista del cardinale George Gaenswein, che ha raccontato di avergli fatto visita e tenuto le mani, affermando che Schumacher «percepisce che persone che lo amano stanno attorno a lui e si preoccupano per lui».

Nel colloquio con il giornale, Todt rievoca invece molti momenti del passato vissuti insieme al campione e poi afferma: «Il mio rapporto con la famiglia Schumacher è più stretto che mai». «Ero molto vicino a Michael anche prima. Non posso parlare al suo posto, ma direi che di lui so tutto».

Todt ha raccontato di incontrare l’ex campione di Formula 1 anche adesso «regolarmente». E ha ribadito di aver visto il Gran Premio del Brasile ad esempio «a casa di Michael in Svizzera». «Con tutta la famiglia c’è un legame di amicizia e di fiducia», ha concluso.

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