Torino ha una marcia in più Supercoppa, Aquila stoppata

di Daniele Battistel

Ha ancora troppi sbalzi di tensione questa Dolomiti Energia. La Fiat Torino, al contrario, ha una marcia più regolare e le bastano un paio di «sgasate» per conquistare vittoria e diritto a disputare questo pomeriggio la finale per la Supercoppa contro l’Ax Milano. È una sconfitta anche più pesante di quanto non dica il punteggio quella subita ieri dall’Aquila nel nuovo palazzetto di Brescia, perché Trento è principalmente mancata in quello che in teoria dovrebbe essere il suo fondamentale migliore: la difesa.

Bassa velocità nella transizione, poca attenzione nell’aiuto, debole intensità nel cercare di mettere pressione ai gialloblù: difendendo così si va poco lontano nel basket moderno. Le difficoltà nella propria metà campo per la squadra di Buscaglia si traducono quasi automaticamente in un attacco lento e prevedibile in cui non vede circolazione di palla ma troppi «tiri della disperazione» sulla sirena dei 24” (con relativo bagno di sangue nelle percentuali).

Il fatto positivo è che si tratta solo della prima partita ufficiale della stagione (per quanto importante) e che tempo per migliorare mentalità e coesione di squadra ce n’è. L’altro elemento che fa sperare è che negli sprazzi in cui Trento è stata più solida in difesa e veloce in attacco è riuscita a fare paura a Torino. Quei momenti, però, ieri non sono bastati ed oggi sarà la Fiat a giocarsi il primo trofeo della stagione.
Che sia una partita di inizio stagione lo si intravvede fin dalle prime azioni quando sul campo si nota tanta imprecisione e squadre piuttosto imballate. La prima a sciogliersi un po’ è Torino con Taylor e Wilson, cui rispondono Hogue e Flaccadori.

Il cambio di ritmo lo dà Poeta con due palle recuperate che valgono 4 punti in contropiede. Sul 16-9 Buscaglia è costretto a chiamare time-out. Trento gioca troppo scolastica e - strano a dirlo per chi si ricorda la squadra dell’anno scorso – subisce l’atletismo dei piemontesi che spingono la squadra di Buscaglia a 6 palle perse nei primi 10 minuti. Gli attacchi al ferro di Poeta e Cotton dalla punta squarciano la difesa dei piccoli bianconeri e senza aiuto dei lunghi la via del canestro è spianata ogni volta. A cavallo dei primi due quarti il black-out totale della Dolomiti Energia provoca un 13-3 che condiziona il resto del quarto.

Nemmeno i 7 punti consecutivi di Forray (26-19) riescono del tutto a nascondere l’inefficacia di Devyn Marble, spettatore non pagante dell’incontro. L’unico altro bianconero a combinare qualcosa in attacco è Flaccadori con un paio di tiri piazzati, ma quando gli altri sparano a salve (3/17 da tre nei primi 20’) è difficile pensare di aprire una difesa che, al contrario, collassa molto bene in area quando la palla finisce ai vari Jovanovic e Mezzanotte. Così, spinta da un Tekele Cotton già a 14 punti alla pausa, Torino scappa in un paio di occasioni a +12, arrivando all’intervallo con 10 punti di vantaggio (40-30).

Al ritorno in campo la Dolomiti Energia sembra più tonica, ma il rientro a -5, frutto un canestro di testardaggine di Hogue e di una tripla di Marble, è solo un’illusione momentanea perché 4 (dicesi quattro!) contropiedi consecutivi di Torino ammazzano di nuovo la partita (50-37). Contropiedi – detto per inciso – tutti figli di attacchi poco convinti di Trento contro cui la difesa gialloblù va a nozze. Buscaglia è costretto al time-out e a richiamare in panca uno spento Radicevic per Forray. L’idea è buona e produce un 9-0  in cui il protagonista principe è il baby Mezzanotte.

Ma è soprattutto la difesa ad aver aumentato i giri: il 15-22 del quarto riporta Trento in partita alla penultima sirena (55-52).
Nel bene e nel male James McAdoo è protagonista dell’inizio ultimo quarto: prima segna 6 punti di fila, poi si fa fischiare il tecnico che lo costringe a sedersi in panchina per il quinto fallo. Con i tre liberi conseguenti Trento arriva a -3: il momento in cui l’Aquila è solita lanciarsi in picchiata sugli avversari per finirli. Stavolta, però, il giochetto non funziona: senza un motivo specifico Trento perde il filo del discorso mostrandosi molle in attacco e lenta in difesa. In due giri di lancette Torino piazza un parziale di 11-2 e trova di nuovo il +12 (72-60). Mancano meno di 5 minuti alla fine, ma di fatto la partita termina qui perché Trento, nonostante i cambi di Buscaglia, non ritrova più la luce. Anzi, nemmeno ci prova. Mercoledì c’è il debutto in Eurocup in casa contro il Partizan: in mezzo c’è tanto lavoro da fare.

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