Trento stronca Modena e centra la settima finale

Quando Nemanja Petric ha spedito a lato l'ultima schiacciata, consegnando a Trento l'accesso alla finale di Coppa Italia (la settima nella sua storia), sul mondoflex di Casalecchio di Reno sono rimaste le polveri di una battaglia combattuta con ogni arma. Dal cannone, al moschetto ma soprattutto la baionetta: dopo due ore e mezza, stremati, i giocatori della Diatec Trentino hanno conquistato il tiebreak decisivo rimandando a casa l'Azimut Modena che, a onor del vero, tutti davano per favorita. Nello sport, però, si sa che non sempre le cose vanno come ci si aspetta. Così, ieri, i giocatori di Angelo Lorenzetti hanno vestito i panni dei gladiatori, anzi degli unni di Attila, ed hanno trasformato la partita in una vera e propria ordalia in cui nessuno ha osato risparmiare una goccia di sudore. Dall'altra parte della rete, Earvin Ngapeth - con 27 punti e 6 muri - non è riuscito a evitare una debacle ancora più bruciante visto che la gara si giocava a pochi chilometri da Modena e i tifosi della squadra di Roberto Piazza erano arrivati copiosi.

Per una volta, vista la durezza del confronto, vale la pena elencare subito il punteggio completo: 26-28, 30-28, 22-25, 30-28, 15-13 per due ore e 29 minuti di gioco. Un punteggio che la dice lunga sulla voglia che entrambe le squadre avevano di vincere ma soprattutto chiarisce come nessuna delle due ci stesse a perdere.

All'inizio, Trento ha dovuto fare ammenda di una banda in meno, Tine Urnaut, che ha giocato un set inguardabile: uno su sette in attacco e due battute sbagliate su tre. In compenso ha potuto ostentare un Pippo Lanza in grande spolvero: sempre presente in attacco, ha tenuto in difesa, ha murato e anche in battuta non ha sfigurato, anzi. E sono state battuta e ricezione le armi che hanno in generale fruttato di più a Trento, determinando la vittoria: su 122 servizi complessivi 24 errori ma 6 ace contro i 25 errori e 5 ace dei modenesi. Se qualcosa nel campo trentino non è andata bene, quella è stata la ricezione sulla battuta di Santiago Orduna: una battuta float che i trentini hanno faticato moltissimo a digerire e che in un paio di occasioni ha prodotto una lunga sequenza di punti canarini.

Detto dell'avvio disastroso di Urnaut che probabilmente ha condannato la Diatec a perdere il primo set, va aggiunta anche la riscossa dello sloveno. E i muri provvidenziali di Sebastian Solé e Simon Van de Voorde che nel secondo parziale hanno portato in dote punti pesantissimi. In particolare quello del belga su Luca Vettori, sul 29-28, ha sancito il pareggio della situazione.

Ngapeth è una furia, ma ogni tanto sbaglia anche lui anche se Modena pare quasi non accorgersene più: nel terzo set mette il turbo a Matteo Piano che sembra invasato: quattro punti su quattro attacchi e due muri lanciano le azioni di Modena nel firmamento della borsa dei pronostici. A Piano si aggregano anche Vettori e Petric, facendo così dimenticare il momento di stand-by dell'estroso francese. Viceversa, Trento patisce un momento di buio e dal 7-5 che era, si trova in un batter d'occhio sotto 7-11 (al servizio c'era Orduna). Per quanto riguarda ricezione e difesa, poi, il libero modenese Salvatore Rossini è in serata di grazia: non sbaglia niente e difende tutto quello che è umanamente possibile. Ma ieri non era una sfida umana, ma una prova divina. E le sue regole poco hanno a che vedere con il quotidiano. Così, nonostante anche nel quarto set la Diatec abbia calato la concentrazione per qualche punto, passando dal 17-14 al 18-19 (stavolta batteva Petric), ha poi rimesso in ordine le stelle del firmamento che evidentemente avevano scelto Trento. E Simone Giannelli, anch'egli gladiatorio, ha chiuso il discorso con un ace sul 29-28.

Al tiebreak erano tutti stremati. Ma per la Diatec c'era da assolvere al compito celestiale che ormai si era data con un'occasione ghiottissima: in un solo set a quindici poteva vendicare la recente Supercoppa, le ultime due edizioni di Coppa Italia e pure il campionato. Urnaut si è messo giù di buzzo buono in ricezione e nella frazione ha surclassato Rossini e pure Ngapeth. In attacco, poi, Modena non riusciva più a passare grazie alle strenue difese di tutta Trento che, si può certamente dire, si è riunita come un sol uomo e, al clangore delle baionette già innestate, ha costretto all'errore i modenesi: gli ultimi tre punti realizzati dalla Diatec sono stati altrettanti sbagli degli emiliani. Lorenzetti, detentore del trofeo con l'altra maglia, ringrazia: oggi in finale contro Civitanova c'è ancora lui.

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