Dopo tre anni Djokovic congeda Boris Becker

È stato bello ma era arrivato il momento di dirsi addio. Boris Becker, intervistato dagli inglesi di «Sky Sports», dice la sua sulla separazione da Novak Djokovic, annunciata ieri dallo stesso tennista serbo.

«È stata una cavalcata incredibile, tre anni pieni di successi - spiega - Ovviamente ci sono state una-due sconfitte che mi sarebbe piaciuto cancellare ma in generale, se qualcuno ci avesse detto tre anni fa che avremmo vinto insieme sei tornei dello Slam, recuperato la prima posizione nel ranking e dominato il circuito, avrei messo la firma». Ma qualcosa, a metà 2016, si è rotto. Dopo aver vinto l’Australian Open per la sesta volta e trionfato finalmente al Roland Garros, unico Slam che mancava nel suo palmares, Djokovic è stato eliminato al terzo turno di Wimbledon, ha perso all’esordio ai Giochi di Rio e agli Us Open ha ceduto in finale a Wawrinka. Un calo che gli è costato anche il trono mondiale, spodestato da Murray.

«Gli ultimi sei mesi sono stati molto esigenti sotto diversi punti di vista - l’analisi di Becker - Avevamo un pò le mani legate perchè non potevamo fare il lavoro che avremmo voluto. Djokovic non ha trascorso molto tempo ad allenarsi negli ultimi sei mesi e lui stesso lo sa. Le vittorie non arrivano premendo un bottone, devi farti il mazzo perchè gli avversari fanno lo stesso. Non so se avesse qualche problema personale, è felicemente sposato, ha un bellissimo figlio ma quella del tennista è probabilmente la professione più egoistica nello sport e Nole è il primo a dire che lui è un uomo che tiene alla famiglia. Non trascorreva abbastanza tempo con moglie e figlio ma fa parte del gioco». Ma Becker confida nella rinascita di Djokovic anche senza i suoi consigli.

«Resto il suo primo tifoso e sono convinto che il prossimo anno si riprenderà il primo posto in classifica e tornerà a essere dominante. Ma deve tornare a lavorare e a concentrarsi su quello che lo ha reso così forte».

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