Aquila, Trainotti richiama tutti: «Bisogna ancora lavorare tanto»

Calma, gesso e lavoro in palestra. È vecchia come James Naismith, l’inventore del basket, la ricetta che Salvatore Trainotti, gm della Dolomiti Energia, sceglie per cercare di dare una svolta al periodo nero dell’Aquila. Niente drammi, neppure dopo il ko con Torino, ma un messaggio di serenità e fiducia all’ambiente.

Trainotti, preoccupato per la terza sconfitta consecutiva?

«No. Nell’arco di una stagione succede che ci siano dei momenti in cui vinci meno. Come non mi sono esaltato dopo le tre vittorie consecutive, così non mi preoccupo dopo tre battute arresto. L’importante è valutare bene le prestazioni».

Appunto. Tre gare diverse ma con un minimo comun denominatore: la sconfitta.

«Contro Reggio Emilia abbiamo perso da una squadra che è più forte di noi. A Caserta abbiamo avuto una prestazione negativa di squadra in una giornata storta. Contro Torino, invece, abbiamo disputato una partita con alti e bassi dal punto di vista tecnico gestendo male alcune situazioni».

Tipo?

«Negli ultimi 3 minuti, dopo che eravamo tornati sopra nel punteggio, non siamo stati lucidi a cercare soluzioni di squadra, bensì troppo frenetici e in difesa non siamo stati consistenti come bisogna esserlo negli ultimi minuti».

Lei che squadra ha visto lunedì sera?

«Nel primo tempo giocavamo sotto ritmo, non avevamo continuità di gioco tra difesa e attacco ma andavamo avanti per comparti stagni. E noi facciamo fatica quando non giochiamo fluidi. Nel secondo tempo abbiamo dato più continuità alla partita ma, essendo ad inizio stagione, non siamo ancora capaci di fare un break e poi tenerlo. Sarebbe bastato andare sopra di 10 punti e poi gestire la situazione».

Ma dopo una sconfitta a Caserta in cui la squadra ha riconosciuto di aver avuto poca intensità ed energia e dopo una settimana in cui in palestra si è detto e lavorato molto su questo aspetto, nel primo tempo siete caduti nello stesso errore.

«Contro Torino non è stata una questione di atteggiamento ma un problema tecnico, cioè di incapacità di giocare come dobbiamo fare, con fluidità e continuità dalla difesa all’attacco. Se fosse un problema di atteggiamento o di potenzialità della squadra sarei preoccupato, ma è una questione prettamente tecnica, su cui bisogna lavorare ancora. Abbiamo una struttura diversa dall’anno scorso e dobbiamo imparare».

Tranne che nella partita contro Cremona, Beto Gomes non ha mai convinto. Che le pare?

«Nella partita di lunedì Beto non ha trovato tiri suoi. La sua prestazione è figlia dei problemi tecnici della squadra. Essendo lui un finalizzatore ha bisogno che la squadra giochi in un certo modo per poter emergere. Quando la squadra fa fatica lui ne risente più degli altri. In termini difensivi e di atteggiamento, però, non ha mollato un centimetro. E questo mi piace».

Tra le note positive c’è Moraschini che quando viene chiamato in causa da Buscaglia si fa sempre trovare pronto.

«Non solo Moraschini, che ha fatto una partita solida. Anche Flaccadori ha fatto buone giocate, Toto Forray è tornato pimpante, Baldi Rossi nel secondo tempo è entrato deciso, Hogue ha dato energia, Jefferson in difesa ha tenuto bene contro il secondo miglior marcatore del campionato».


Lei dice che la squadra fa fatica ad ingranare perché siamo ad inizio campionato. Come mai l’anno scorso l’Aquila, che pure aveva il doppio impegno e poteva allenarsi meno, era partita subito bene?

«Era un’altra squadra e ogni stagione è diversa».

Era una squadra più forte?

«Diversa».

State pensando a dei correttivi?

«No. Siamo al 15 novembre. Non è nel nostro modo di lavorare. Io credo che in questo momento la squadra abbia bisogno di supporto e positività e di poter lavorare tranquilla. Più la gente e i tifosi riescono a sostenere i ragazzi, più troveremo risultati».

Quando tirerete un primo bilancio?

«Aspettiamo Natale e vediamo».

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