«Un calore che mi ha sorpreso. Non mi sembra ancora vero»

di Marcello Oberosler

«Grazie mille». Sembra quasi un controsenso, ma appena può Francesca Dallapè si rivolge così alle tante persone che non smettono un secondo di lanciare cori e grida di festa: e lo fa sorridendo, emozionata ai limiti della commozione. Un ringraziamento che le oltre duecento persone che affollano piazza Pasi le rimandano indietro con ancora più forza, al ritmo dei tamburi e delle bandiere sventolate per la campionessa di Villamontagna. «Siete tantissimi, quasi non ci credo - dice Francesca - non avrei mai pensato di ricevere un'accoglienza così, non me l'aspettavo, e invece mi state facendo emozionare». Piazza Pasi quasi trema, sotto le grida dei tifosi che finiscono quasi per sovrastare le parole della medagliata azzurra: «Mi vengono in mente così tanti ricordi, tutto quello che ho passato in questi ultimi dieci anni: anni lunghissimi ma ricchi di soddisfazioni. Se considero la mia carriera da atleta credo che potrei definirla per il 90% composta da momenti positivi, bellissimi, e per il restante 10% da qualche delusione: insomma, credo di essere stata una sportiva molto, molto fortunata». 

Dallapè nella sua Villamontagna

 

La medaglia olimpica è arrivata al momento giusto, tutto considerato: l'epilogo più dolce per una carriera straordinaria. «Non riesco quasi neppure a pronunciare le parole "medaglia olimpica", non mi sembra ancora vero. Chiudere la carriera con il raggiungimento di questo sogno che sembrava irrealizzabile, tornare qui e ricevere questa accoglienza da tutti è una cosa che mi dà consapevolezza dell'importanza di quello che abbiamo fatto io e Tania». Il rientro in Italia ha regalato alle regine dei tuffi un'accoglienza straordinaria: «Stare a Rio, vivere nel villaggio olimpico, ti fa rimanere in un ambiente abbastanza ovattato, un po' lontano dalla realtà. Ma appena abbiamo messo piede in Italia ci siamo rese conto di quanta gente ci abbia tifato e sostenuto. L'affetto di chi è venuto a prenderci in aeroporto a Verona, ma anche questo bagno di folla a Trento mi fa venire i brividi e mi rende molto orgogliosa». La timida ragazzina che aveva cominciato a lanciarsi in acqua sognando le Olimpiadi oggi è una campionessa affermata e un modello di riferimento per tutti i ragazzi e le ragazze che si avvicinano al mondo dello sport. «Se sono la persona che sono oggi lo devo proprio allo sport, che mi ha insegnato tanto. Su tutto direi il rispetto per le persone e per le avversarie, con cui si è rivali in campo ma con cui si ride e si scherza insieme fuori dalle competizioni. Ma un ruolo fondamentale lo ha giocato la mia famiglia: mi ha dato tantissimo, trasmettendomi valori importanti e sostenendomi lungo tutto il mio percorso di crescita umana». 

Un percorso di crescita che a livello competitivo ha significato passare per il duro lavoro degli allenamenti quotidiani, sudore e sacrifici vissuti sempre con il sorriso sulle labbra: «Nel mondo di oggi ci sono persone che cercano scorciatoie per avere successo, io non sono mai stata una di quelle: lo sport pulito e le persone pulite fanno fatica a raggiungere i risultati, ma questo mi dà ancora più soddisfazione perché so quanto duramente ho dovuto lavorare per arrivare fino a qui». La medaglia d'argento però non è solo sua, e Francesca non esita un istante nel riconoscere alla sua compagna e amica Tania Cagnotto un ruolo fondamentale nel raggiungimento degli straordinari risultati di una delle coppie più vincenti della storia dello sport italiano: «Uscite dall'acqua dopo il nostro ultimo tuffo a Rio ci siamo abbracciate e io le ho detto "grazie, grazie, mille volte grazie". È per merito suo che sono arrivata ad ottenere quel tipo di risultati, e lei ha contraccambiato dicendomi che forse nessuno sarebbe riuscita a stare al suo fianco per tanti anni come sono riuscita a fare io». Grazie a te, Francesca.

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