Il sogno americano per la ginnasta Biles

In quel metro e quarantacinque per 47 chilogrammi c’è grazia, forza, precisione e tanto talento. Dalle pedane delle palestre fino al mondo dorato di Hollywood, Simone Biles ha stregato tutti, «conquistando» anche il suo attore preferito, quel Zac Efron, che prima dei due show ai Giochi di Rio ha mandato alla piccola 19enne di Columbus messaggi da tifoso. Una storia, quella della ginnasta, che ha fatto innamorare gli Usa: il classico sogno americano.

Alle spalle un’infanzia difficile. La mamma, drogata e alcolizzata, trascurava lei e i suoi sette fratelli, costringendo i servizi sociali a intervenire quando Simone aveva solo tre anni. Un’operatrice chiamò suo nonno Ron in Texas, ex controllore del traffico aereo, che decise di prendersi cura della nipotina, finendo per adottare, con la sua compagna Nellie, originaria del Belize, non solo lei ma anche la sorella minore. «Non volevamo che venissero allevate da estranei». La Biles ora chiama i suoi nonni «mamma e papa», e va a messa con loro ogni domenica, «perchè la fede insieme alla ginnastica è la grande costante della mia vita».

A sei anni mise per la prima volta piede in una palestra, decidendo che sarebbe diventata campionessa di ginnastica, impegnandosi con tutte le sue forze per realizzare quel sogno.

Un sogno che iniziò a diventare più reale quando si accorse di lei Aimèe Borman, ancora oggi sua allenatrice, che ha plasmato quell’energia e quella spietata determinazione, indirizzandola verso le vittorie. «Non sono nè il prossimo Usain Bolt nè il prossimo Michael Phelps: sono la prima Simone Biles», ha detto dopo la vittoria del secondo oro olimpico a Rio, pochi giorni dopo aver trascinato sul gradino più alto del podio le sue compagne nella prova a squadre. La campionessa olimpica all-around di ginnastica ha messo le cose in chiaro, con un sorriso che illumina quegli occhi scuri sottolineati dal rimmel glitterato, che rendono ancora più speciali i suoi esercizi.

Le Olimpiadi hanno superato il giro di boa, ma lei si è già presa una bella fetta della prima pagina, ricordando a molti la perfezione di Nadia Comaneci, il mito della ginnastica. A 40 anni esatti di distanza, Biles, dopo aver già vinto tre titoli mondiali consecutivi, ora con le finali di specialità punta almeno ad un poker a cinque cerchi.

 

comments powered by Disqus