Malagò: le Olimpiadi si faranno qualunque sia il sindaco eletto

Dalla decisione di Monti di rinunciare alla Candidatura 2020 di Roma alle Olimpiadi ad oggi, "sono cambiate molte cose nel nostro mondo. Una in particolare: il nuovo presidente del comitato olimpico internazionale Thomas Bach ha cambiato le regole, impostando budget diversi e una filosofia diversa, in cui chi si candida deve fare con gli strumenti che ha a disposizione, senza quel gigantismo che aveva caratterizzato le scorse edizioni". Lo ha dichiarato il Presidente del CONI Giovanni Malagò, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7.

"Ho avuto la fortuna di incontrare Virginia Raggi, in due ore a confronto con il suo staff, lei ha sempre dichiarato di voler dare priorità all'ordinarietà, ma non ha pregiudizi sul Coni" ha detto ancora il numero uno dello sport italiano. "Il mondo dello sport ha votato all'unanimità a favore delle Olimpiadi e nel progetto il 75% delle opere sono già esistenti all'interno dei progetti di mobilità di Roma. Siamo d'accordo con l'ordinarietà ma oggi si parla di rinunciare alla candidatura, non alle Olimpiadi stesse, che avverrebbero tra 8 anni.

Io sono convinto che chiunque sarà il prossimo sindaco di Roma, una volta viste le carte sarà a favore del progetto. Il nostro progetto è a costo zero per ogni cittadino di Roma, ed è un'occasione di investimento per rilanciare alcune opere pubbliche già esistenti, come lo stadio Flaminio che oggi è abbandonato, o la Fiera di Roma che è inutilizzata" ha proseguito Malagò. "Non sono contrario a prescindere a un referendum sulle Olimpiadi. Ma non ha senso farlo dopo 3 anni che la candidatura ha ricevuto l'ok da parte del Governo, del CONI, del Comune e della Regione. Ad oggi abbiamo speso circa 10 milioni di euro per sostenere la candidatura" ha concluso Malagò.

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