Il ritorno di Alex Schwazer Vince a Roma e vola a Rio

Di nuovo protagonista dopo 3 anni e 9 mesi

Dopo 3 anni e 9 mesi di squalifica per doping, Alex Schwazer torna in gara e si aggiudica la 50 km di marcia ai mondiali a squadre di Roma 2016, con il tempo di 3h 39.00, secondo migliore risultato stagionale dell’anno a livello mondiale, che gli consente di volare alle Olimpiadi di Rio 2016.

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«È stata una gara bellissima, con un tifo incredibile e una squadra fortissima perchè abbiamo vinto a squadra, è stata forse una delle gare più belle che ho fatto: in casa, una gara importante. Non me la dimenticherò questa gara».
Lo dice Schwazer, al termine della gara.

«Se questa vittoria mette fine alle polemiche? Non lo so e sinceramente non mi interessa. Io quello che posso fare è fare bene le mie gare e tutti sono liberi di dire quello che vogliono. Io sono concentrato su quello che voglio fare per me, tutto il resto è relativo».

Arrivato secondo a 3’36’’ di distanza da Alex Schwazer, l’australiano oro olimpico a Londra 2012, Jarrent Tallent, risponde così a chi gli chiede che sensazioni ha avuto nel tornare a gareggiare con un atleta squalificato per doping: «Tornare e vincere in questo modo - spiega l’olimpionico -, a soli dieci giorni dopo aver scontato la qualifica per doping come puoi giudicarla? La percezione che si ha da fuori, è che abbia vinto ancora una volta uno che bara».
Pronta la replica dell’altoatesino, che liquida la polemica con sarcasmo: «Forse era un po’ stanco alla fine, poi stato poco con me...». Alla conferenza stampa successiva i due si sono poi ignorati.

Alex Schwazer ha sbagliato, ha pagato «fino all’ultimo» e ora bisogna chiudere con le polemiche: ne è convinto il presidente del Coni Giovanni Malagò, commentando il titolo mondiale della 50 km e il pass per Rio conquistati dal marciatore altoatesino oggi a Roma, dopo uno stop di 3 anni e nove mesi per doping. «Alex ha avuto la forza di crederci, credo che il merito sia tutto in lui e in Sandro Donati, che è stato corteggiato come non si fa neanche nei migliori film d’amore, perché era l’unico che poteva dargli la certificazione di atleta che ha sbagliato e che ora non vuole più sbagliare. Non era facile, perché hanno vissuto come due monaci per lungo tempo», il pensiero di Malagò dopo aver accolto, come tutti gli altri azzurri, Schwazer all’arrivo della 50km di marcia.

Un successo che secondo il numero uno del Coni dovrebbe contribuire a smorzare le polemiche attorno al suo ritorno in azzurro: «Le polemiche sono sempre all’ordine del giorno, ma se il buonsenso prevale i discorsi dovrebbero finire qui», ha aggiunto. «Oggi abbiamo assistito a una di quelle pagine della storia dello sport molto particolari: 3 anni e 9 mesi di doveroso allontanamento dalle piste, pagati fino all’ultimo».
«Vedere Schwazer in gara era importante perché nessuno prova mai i 50km ed era quindi un punto interrogativo - ha concluso Malagò - È andato più in la delle più rosee previsioni, complimenti a tutta la squadra italiana».
Un primo, un quarto e un quinto posto e medaglia d’oro a squadre: «La marcia da quando esistono le olimpiadi - spiega Malagò - difficilmente ci ha traditi. Ci sono le premesse anche con le ragazze di fare a Rio cose importanti».  

«È una giornata bella però al tempo stesso di amarezza perchè abbiamo combattuto con l’odio di gente che ha scaricato contro di me e contro Alex una violenza inaudita, un tentativo di fermarci, di farci saltare i nervi continuo e questo mi pare sia il lato più brutto. Spero che ora ci sia una riflessione, ma non ci conto». È lo sfogo del tecnico di Alex Schwazer, Sandro Donati.

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