Andreas Seppi si ferma agli Australian Open Il n.1 Djokovic si conferma ostacolo invalicabile

Che dire? Ingiocabile. Andreas Seppi, pur disputando un buon match, si è arreso nettamente sulla Margaret Court Arena chiusa dal tetto a Novak Djokovic: 61 75 76 (6) in due ore e 21 minuti. La notizia è che con un avversario del genere l'azzurro avrebbe potuto allungare la partita al quarto set se non avesse mancato due set point consecutivi nel tie break del terzo parziale.
Era il terzo turno degli Australian Open, quello stesso terzo turno che dodici mesi fa aveva regalato al trentunenne tennista altoatesino il successo più bello e prestigioso della sua carriera contro Federer (ma si giocava sulla Rod Laver Arena). Andreas prima non aveva mai battuto in dieci sfide King Roger. Lo stesso più o meno con Djokovic: 11 sconfitte su altrettanti incontri, con il precedente del 2012 in cui negli ottavi del Roland Garros era in vantaggio due set a zero prima di cedere al quinto. Ma sorprendere questo Nole è come salire sul Millenium Falcon, l’astronave della saga di Star Wars: fantascienza pura. Il campione di Belgrado, che ha conquistato quattro delle ultime cinque edizioni dello Slam di Melbourne, è inavvicinabile non solo per Seppi, ma per chiunque. Un cannibale, un dominatore, un uomo solo al comando.

Il primo set è scivolato via in 25 minuti: giusto il tempo di scaldarsi e Djokovic ha cominciato a martellare Seppi da ogni parte e lato del campo. Quella che provano i rivali di turno del serbo deve essere una sensazione di frustrazione assoluta, ne sa qualcosa Nadal che nella recente finale di Doha ha raggranellato appena tre giochi, dico tre. Semplicemente mostruoso: Nole sembra volare sul cemento, scivola, anzi sgomma, come nessun comune mortale riesce a fare. Nel secondo set c’è stato più equilibrio: sul 3-2 l’azzurro ha avuto una palla break sul 30-40, e sarebbe stato 15-40 se un nastro beffardo non avesse dato una mano al tennista di Belgrado. Se anche la buona sorte è dalla parte del tuo avversario, che per di più è il numero uno, resistere diventa impossibile.

Infatti il break in favore di Djokovic è arrivato puntuale sul 5-5 al termine di uno scambio interminabile in cui Andreas si è difeso strenuamente prima di cedere. Due set a zero per Nole: unico motivo di soddisfazione per Seppi è averlo costretto a sudare per 59 minuti contro i 25 del primo parziale. Match in salita, anzi di più: come scalare il Mortirolo senza marce. Andreas ha continuato a lottare, ma per rientrare ci sarebbe voluto un piccolo calo di Djokovic, che non è mai arrivato. Qualche errore qua e là (ha anche un paio di volte gettato la racchetta a terra infastidito, bontà sua), ma nei momenti che contavano di fronte a Seppi c’era un muro invalicabile. O di gomma, se preferite. Più l’azzurro provava a forzare, rischiando di andare fuori giri, più la pallina tornava dalla sua parte di campo. Sul 2-1 per Andreas se ne è così andata la seconda palla break della sfida. Bravo comunque l’azzurro a restare attaccato fino al tie break e a procurarsi anche due set point sul 6-4, prima di cedere 8-6.

“Più che rimpianto per i due set point nella terza partita - sottolinea Andreas - mi rimprovero di avere praticamente regalato il primo set in cui giocavo troppo corto e timido. Poi negli altri due penso di aver giocato alla pari, anche se di fronte avevo il numero uno del mondo. Infatti Nole nei momento cruciali ha dimostrato di essere il più forte, una categoria sopra tutti in questo momento. Per batterlo devi giocare ad una intensità altissima per almeno quattro ore e non è facile sia fisicamente che di testa. Avessi anche vinto quel terzo set, poi ne mancavano sempre altri due…”.

_________________

RISULTATI
“Australian Open”
Grand Slam
Melbourne, Australia
18 - 31 gennaio, 2016
Aus$ 44.000.000 - cemento

SINGOLARE
Primo turno
(28) Andreas Seppi (ITA) b. Teymuraz Gabashvili (RUS) 36 76(4) 64 76(10)
(27) Grigor Dimitrov (BUL) b. Paolo Lorenzi (ITA) 63 76 (8) 63
Nicolas Mahut (FRA) b. Marco Cecchinato (ITA) 46 62 62 62
Simone Bolelli (ITA) b. Brian Baker (USA) 76 (6) 76 (3) 67 (2) 76 (5)
Gilles Muller (LUX) b. (20) Fabio Fognini (ITA) 76 (6) 76 (7) 67 (5) 76 (1)

Secondo turno
(28) Andreas Seppi (ITA) b. Denis Koudla (USA) 75 64 64
(16) Bernard Tomic (AUS) b. Simone Bolelli (ITA) 64 62 67 (5) 75

Terzo turno
(1) Novak Djokovic (ITA) b. (28) Andreas Seppi (ITA) 61 75 76 (6)

DOPPIO MASCHILE
Primo turno
Benjamin Becker/Dominic Thiem (GER/AUT) b. Paolo Lorenzi/Guido Pella (ITA/ARG) 63 76(4)
Marco Cecchinato/Andreas Seppi (ITA) b. Julien Benneteau/Edouard Roger-Vasselin (FRA) 63 76 (6)
(5) Simone Bolelli/Fabio Fognini (ITA) b. Rameez Junaid/Mikhail Kukushkin (AUS/KAZ) 76 (1) 36 63

Secondo turno
Marco Cecchinato/Andreas Seppi (ITA) c. (15) Marc Lopez/Feliciano Lopez (ESP)
(5) Simone Bolelli/Fabio Fognini (ITA) c. Adrian Mannarino/Lucas Pouille (FRA)

DOPPIO MISTO
Primo turno
Sara Errani/Fabio Fognini (ITA) c. Kristina Mladenovic/Jo-Wilfried Tsonga (FRA)

 

Il tennis è uno sport talvolta indecifrabile: oggi abbiamo assistito a uno di quei match che lo rendono insieme bellissimo e impietoso, dipende dai punti di vista. O meglio è una goduria se la partita la porti a casa, un tormento se ti sfugge via e non sai neppure perché. Oggi a farne le spese è stata Roberta Vinci, finalista agli US Open solo quattro mesi fa dopo aver messo ko in semifinale la numero uno Serena Williams. Un trionfo straordinario, inatteso, come inattesa è stata la sconfitta al terzo turno degli Australian Open contro Anna-Lena Friedsam, 21 anni e numero 87 mondiale. Inattea soprattutto per come la 32enne tarantina, testa di serie numero 13, aveva fatto suo il primo set in 28 minuti di tennis da manuale: un 60 tondo tondo. Peccato che alla fine il punteggio reciti 06 64 64 per la giovane tedesca, reduce dalla semifinale a Shenzhen a inizio stagione e finalista lo scorso anno a Linz.

Una sconfitta amara, frutto di un match a due facce, giocato sulla Hisense Arena con il tetto chiuso, visto che su Melbourne pioveva sin dal primo mattino. “Probabilmente aver giocato indoor ha favorito più lei che me - sottolinea Roberta - ma non vuole essere un alibi o una scusa. Solo che lei serve molto forte e con il tetto chiuso e senza sole o vento è più semplice”.

Come detto, l’azzurra ha letteralmente dominato nel primo parziale in cui non c’è stata partita. Sembrava il preludio di un successo facile facile, senza affanni o patemi. Senonché l’incontro è improvvisamente girato dalla parte della Friedsam, che è scappata sul 4-0 nel secondo set. Ecco, forse questo è il vero errore che si può imputare a Roberta: avrebbe dovuto fare maggiore attenzione nei primi due, tre game del secondo set per dare la spallata definitiva ad una rivale chiaramente in confusione, che fino a quel momento non aveva saputo in nessun modo opporsi al tennis della pugliese. Lo ammette lei stessa: “Se avessi vinto i primi due game del secondo set magari le avrebbe mollato un po’. Ma vi assicuro che non è stato un calo di concentrazione o presunzione. Non pensavo di aver già vinto la partita. Ho avuto l’impressione che lei ha chiuso gli occhi e ha cominciato a tirare tutto.

Tardiva la reazione di Roberta, che ha via via perso la misura dei colpi, soprattutto con il diritto nei momenti cruciali (alla fine si sono contati 33 errori gratuiti). La Vinci si è disunita a tal punto da consentire alla tedesca di portare la sfida al terzo set. Un set che per Roberta è stato di sofferenza pura: nervosa e fallosa, è partita male cedendo subito il servizio, è rientrata sul 2-2, ma ha subito il break decisivo sul 3-3 dopo aver avuto la palla del 4-3 in suo favore, un quindici che forse avrebbe cambiato l’inerzia della sfida. La Friedsam è scappata sul 5-3, la Vinci ha difeso il proprio turno di servizio, ma si è arresa con la rivale alla battuta: 64 dopo due ore e dieci minuti e tanta delusione. "Certo è stata brava lei - ammette l’azzurra - ma io non ho giocato come so. Non sentivo più la palla, insomma così così. Potevo fare certamente di più. Nel terzo set poi lei mi ha dato tante occasioni di rientrare e andare anche avanti, ma non ho gestito bene i punti decisivi, quelli che fanno la differenza. Era troppo remissiva, aspettavo troppo il suo errore. Peccato…”.

In campo non si è vista la miglior Vinci, che pure aveva ben impressionato nei due turni precedenti in cui aveva eliminato con facilità prima la Paszek e poi la Falconi. In entrambi i casi era apparsa sicura e determinata, in virtù del suo nuovo status di finalista di Slam. Oggi è incappata nella classica giornata no e può capitare. Fallito l’obiettivo di sfatare il tabù terzo turno agli Australian Open: li aveva raggiunti già tre volte in carriera (2006, 2010 e 2013), ma anche in quelle occasioni si era sempre fermata.

Vanno tuttavia riconosciuti i giusti meriti alla giovane tedesca, protagonista di una grande reazione dopo il cappotto nel primo set e capace poi di ribattere colpo su colpo alla più titolata ed esperta rivale. La Friedsam, se gioca con la determinazione e la solidità messa in campo contro l’azzurra, ha un buon futuro davanti a se.

_________________

RISULTATI
“Australian Open”
Grand Slam
Melbourne, Australia
18 - 31 gennaio, 2016
Aus$ 44.000.000 - cemento

SINGOLARE
Primo turno
(1) Serena Williams (USA) b. Camila Giorgi (ITA) 64 75
Margarita Gasparyan (RUS) b. (17) Sara Errani (ITA) 16 75 61
(13) Roberta Vinci (ITA) b. (q) Tamira Paszek (AUT) 64 62

Secondo turno
(13) Roberta Vinci (ITA) b. Irina Falconi (USA) 62 63

Terzo turno
Anna-Lena Friedsam (GER) b. (13) Roberta Vinci (ITA) 06 64 64

comments powered by Disqus