Basket Nba: non di solo Curry vivono i Golden State Warriors

La rivoluzione attuata dal miliardario russo Mikhail Prokhorov, proprietario della franchigia, non ha ottenuto effetti immediati. Nonostante l’esonero del coach Lionel Hollins, ritenuto il principale colpevole del penultimo posto nella Eastern Conference, Brooklyn subisce un’altra sconfitta casalinga nella regular season dell’Nba. I Nets, affidati ad interim al vice Tony Brown in attesa del nuovo head coach, non sfruttano la spinta degli oltre 15mila spettatori che hanno affollato il Barclays Center e si arrendono con il punteggio di 106-79 ai San Antonio Spurs, trascinati dai 25 punti di LaMarcus Aldridge.

Nel quintetto della «Big Apple», apparizione non memorabile di Andrea Bargnani: il 30enne centro romano, accostato negli ultimi giorni a Milano, sigla 7 punti e 2 rimbalzi in 15 minuti di impiego. Non era del resto questa la partita più indicata per rilanciare i Nets: San Antonio sta viaggiando come un treno, ha il secondo record della Lega e in questo momento è anche più in forma dei Golden State Warriors. San Antonio ha un record di 33 vinte e 6 perse - una delle migliori partenze nella storia della franchigia -, Golden State è ancora più su: 36 vinte e 2 perse. I Warriors sono decisamente in corsa per battere il record dei Chicago Bulls che chiusero la stagione 1995-96 con 72 vittorie e 10 sconfitte. La notte scorsa, contro Miami, Golden State ha vinto grazie alle riserve: della serie, non di solo Curry vivono i Warriors.

Questi i risultati di ieri sera: Brooklyn Nets - San Antonio Spurs 79-106, Chicago Bulls - Washington Wizards 100-114, Golden State Warriors - Miami Heat 111-103.

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