Il Trento gioca a tennis

di Luca Avancini

La corsa solitaria in testa alla classifica continua. Più forte che mai. Il Trento travolge il malcapitato Castelsangiorgio incamerando la sesta vittoria consecutiva, con un piglio e un'autorevolezza che sono il segno di una maturità ormai pienamente raggiunta e di una evidente consapevolezza dei propri mezzi. Al Briamasco non c'è partita o quasi, non bastasse la differenza di valori tecnici, ci si mette pure l'incerto direttore di gara che lascia il Castelsangiorgio in dieci per un'ora buona di gioco punendo con una fiscalità fuori luogo un doppio intervento del giovane Cerisara. Davvero troppo per la tenera compagine ospite, in balia quasi sempre della mareggiata avversaria.

L'argine eretto da Floriani regge appena otto minuti, quanti ne bastano al solito irrefrenabile Ferrarese per raccogliere l'invito in profondità di Casagrande, e aggirare in uscita Saiani. Il Castelsangiorgio si sforza di restare in piedi e reagire subito con Marchione ma ogni buono proposito dei lagarini è vanificato presto dalla dormita colossale della retroguardia che consente a Ferrarese di recuperare palla indisturbato al limite dell'area e superare nuovamente Saiani con un morbido lob. I padroni di casa viaggiano a velocità doppia, ma dopo la traversa pizzicata da Bentivoglio, la gara si riapre improvvisamente alla mezz'ora: Trainotti si incunea in una difesa aquilotta un po' svagata e finisce a terra sul contatto con Casagrande. Rigore, trasformato di giustezza da Marchione. Cerisara imbocca anzitempo la via degli spogliatoi dopo un intervento nei confronti di Bentivoglio e sugli sviluppi della punizione Appiah mostra di possedere non solo muscoli ma anche piedi vellutati infilando l'angolo alto alla destra di Saiani con una pregevole girata volante dal limite.

Il gioco si illumina sempre quando la palla è tra i piedi di Ferrarese che propizia già al quinto la battuta vincente sotto misura di Tomasi, e poi firma con una volata solitaria la sua personale tripletta. Manfioletti gli concede una meritata passarella a venti dalla fine ma la squadra non si ferma, spinta dalla tracotante esuberanza fisica e tecnica di Appiah, che gonfia la rete dopo una prepotente azione personale. 

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