Oss, oggi la crono-squadre e domenica l'azzurro

di Maurilio Barozzi

Con la pattuglia dei trentini al Mondiale di ciclismo che si corre a Richmond, in Usa, c’è anche Daniel Oss. Che disputerà due gare. Quella in linea, domenica prossima, vestendo la maglia azzurra. E, con la Bmc, oggi nella cronometro a squadre.

«Siamo in America già da un po’ di tempo. Abbiamo corso in Quebec e a Montreal e nell’ultima settimana abbiamo fatto prove mirate per la prova contro il tempo».

Oggi (ore 19.30 italiane) c’è la cronometro a squadre dove tu e la tua Bmc arrivate con i favori del pronostico, vista la medaglia d’oro dello scorso anno.

«Infatti, ma non solo. Abbiamo anche disputato un’annata speciale per quanto riguarda le cronometro a squadre: siamo usciti vincitori da quasi tutte quelle che abbiamo disputato. Forse l’unica che non è andata benissimo è stata quella al Giro d’Italia. Così non possiamo fare altro che provarci anche questa volta a fare il colpo che vale la medaglia d’oro».

Dopo i sopralluoghi, cosa ti sembra del percorso. Noi sappiamo solo che misura 38 km.

«È molto veloce. Quasi completamente piatto senza nessuna salita vera, a parte qualche piccolo su e giù. Penso che, se il vento rimane assente come nei giorni passati, la media sarà più alta rispetto a quella dello scorso anno. In più c’è anche la strada larga e scorrevole: insomma, tutto fa pensare ad alte velocità».

Punti pericolosi?

«Mah, ci sono solo un paio di passaggi critici: uno dopo dieci km per entrare in città e un altro tratto in un piccolo parco dopo altri dieci km. Però tutto sommato direi che è una cronometro sicura».

Oltre alla prova a a squadre contro il tempo, che ognuno corre col proprio team, domenica prossima sarai impegnato anche in linea con la maglia azzurra. Un gradito ritorno, il tuo, dopo le spedizioni di Melbourne (2010) e Copenaghen (2011).

«Per me è una grande soddisfazione essere tornato a far parte della Nazionale. Provo sempre una forte emozione a vestire questa maglia, oltre al rispetto di essere schierato ad un Mondiale. Sarà anche una frase retorica, ma rappresentare la mia Nazione mi riempie di gioia e quindi sono contentissimo di essere qui. È molto bello e stimolante anche riuscire a costruire un gruppo affiatato con compagni che sono stati avversari per tutto l’anno».

Previsioni per la gara in linea?

«Non ho ancora avuto occasione di vedere tutto il percorso della gara, a parte alcuni tratti che sono comuni con quelli della cronometro. Comunque avremo una settimana di tempo per studiarlo. Ho visto passando di sfuggita che ci sono degli strappetti negli ultimi chilometri e in particolare uno, in pavé, non mi pare neanche così facile. Però tutto il resto è lineare e veloce. Ne parlerò coi compagni e il Ct Cassani e poi vedremo.»

Tu arrivi anche da uno sciagurato infortunio: investito lungo la Gardesana dopo il Tour de France. Hai recuperato?

«Diciamo che quello è stato un periodo non critico, ma senz’altro difficile. Lo stop forzato non era stato pianificato e così ho dovuto rivedere tutti i miei progetti per ricreare la forma. Adesso posso dire di essere in crescita e anche riposato».

Quanti giorni sei stato fermo?

«Completamente fermo solo quattro giorni, però avevo il piede talmente gonfio da non poter indossare la scarpetta. Con massaggi, fisioterapia, crioterapia e linfodrenaggi sono riuscito ad assorbire l’ematoma ed ho ripreso a pedalare. Ma per almeno una settimana ero più concentrato a riprendere la mobilità del piede che ad allenarmi seriamente. Poi altri dieci, venti giorni di aumento dei carichi mi hanno permesso di arrivare negli Stati Uniti ad un buon livello».

Dove però ti sei diviso tra allenamenti in linea e a cronometro.

«Sì, ho alternato sia il lavoro sulla velocità con quello per una prova in linea al Mondiale. Una prova lunga e delicata: ho dovuto fare distanze, ripetute sui saliscendi e adesso sto bene».

Hai sentito il Ct Cassani?

«Mi sono tenuto in costante contatto con lui. Ci teneva a sapere come stavo e gli ho riferito tutte le mie impressioni sia in allenamento che nelle corse che ho fatto. Ora vedremo nella crono-squadre come va, ma sicuramente quello sarà un bel test per capire fino in fondo lo stato di forma».

Hai già parlato anche del ruolo che ricoprirai in squadra, domenica prossima?

«No. Ma penso che rispecchierà un po’ i compiti che ho sempre svolto in gare di questo tipo e cioè di preservare un po’ di energie per il finale. Poi non so cosa dovrò effettivamente fare negli ultimi km. Dipenderà anche dalla squadra che intende schierare il Ct. Per esempio non so se ci sarà il velocista puro o se preferirà puntare su finisseur come Trentin e Ulissi. Non so se magari penserà di riservare una carta anche per me... Queste sono tutte questioni che non sono state ancora illustrate».

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