Us Open, Fognini è più glaciale di Nadal che va a casa Djokovic troppo forte per Sepppi, Vinci avanza

Demone o angelo. Salvatore della patria o afffossatore del tricolore. Irritante nel suo sdegno quando proprio non ha voglia di giocare, esaltante quando dal cilindro della sua racchetta riesce ad estrarre pezzi di repertorio che farebbe impalllidire il violino di Stradivari. Parliamo di lui dellla croce e edelizia del tennis italiano, del 28ennne di Arma di Taggia Fabio Fognini, nato con il braccio d'oro e lo sventaglio da urlo e con un rovescio bimane strettoi che solo il n.1 Djokovic riesce a contrastare. Solo nell'aprile del 2014 il popolo italico già assurgeva a conquistatatore dei primi due posti del ranking, in fondo aveva batttuto sì il n.4 al mondo ma era partita secca e un campione lo si vede da tutto il circiuito, insomma quando arriva al Master di Londra (o Shangai).

E' tornato Panatta, si diceva e si scriveva, c'è un grandisssimo campione che sta nascendo. Nel tennis nulla è sicuro, tanta la concorrenza e bestiale la competitività dai vent'anni in su. Non era il torneo del burraco dei soci senescenti di un circolo, era il terzo turno dell'Us Open dove da tempo italiani se ne vedono pochi.

E lui, il "Fogna" ha piazzzata La Remuntada, ecccezionale, sottto 0 a 2 è riuscito ad incrinare le sicurezze di chi le ha sempre avute, soprattuttto sul rosso, sua superficie amata. A scrivere una delle pagine più belle del tennis italiano è stato Fabio Fognini, che sull’Arthur Ashe Stadium ha messo ko Rafa Nadal, vincitori di 14 Slam, due dei quali a New York. Il 28enne ligure lo ha fatto a modo suo: 36 46 64 63 64 dopo tre ore e 46 di battaglia. Alla fine si sono contati 70 vincenti del ligure contro 30 dello spagnolo: è stata proprio questa la chiave del successo.

Solo un tennista era stato capace in passato di battere il maiorchino rimontandogli due set di svantaggio: era il 2005 a Miami e ci era riuscito un certo Federer contro un Nadal non ancora 19enne. Dopo King Roger ecco Fognini. E scusate se è poco.
I passi falsi di Rafa (già 15 nel 2015) non devono ingannare o sminuire l’impresa di Fabio, che ha battuto un fuoriclasse inarrivabile. Fabio lo aveva già fatto due volte quest’anno prima a Rio de Janeiro e poi a Barcellona, arrendendosi invece in finale ad Amburgo (sempre sulla terra rossa). Il successo di New York ha, però, tutto un altro sapore per il contesto e il modo nel quale è maturato: in campo abbiamo visto il miglior Fognini di sempre, più forte anche di quello capace di battere Murray in Coppa Davis a Napoli nell’aprile 2004, quando si era portato a ridosso dei top ten (numero 13). Negli ottavi Fognini troverà un altro spagnolo, anche lui mancino, il 33enne Feliciano Lopez, testa di serie numero 18, che ha eliminato al terzo turno il canadese Milos Raonic in tre set: 62 76 (4) 63. Non ci sono precedenti. L’ultimo italiano negli ottavi a Flushing Meadows è stato Davide Sanguinetti nel 2005.

Doveva essere il Super Venerdì azzurro agli US Open e così è stato sul versante Fognini, invece, e l'incrocio era stimolante, per Andreas Seppi è maturata la sconfitta contro un Djokovic che non vuole mai concedere nulla. Nole è un autentico killer nel suo gioco sistematico e monocorde allo sfinimento (dell'avversario). Seppi si era arreso a Novak Djokovic. Il 31enne di Caldaro non ha mai mollato, ma c’è stato poco da fare: 63 75 75 in due ore e 28 minuti. Seppi è partito benissimo, strappando in apertura il servizio a Djokovic, ma ha poi subito il prepotente ritorno del serbo. Punto a punto anche il secondo parziale: il break decisivo a favore di Nole è arrivato sul 5-5. Andreas non ha mollato neppure quando nel terzo set si è trovato subito sotto di un break: ha strappato a sua volta il turno di battuta all’avversario che sul 5-4 serviva per il match, ma ha poi ceduto i due game successivi. Seppi, come prevedibile alla vigilia della sfida con Djokovic, si è dunque fermato a un solo match da un traguardo mai raggiunto da nessun tennista italiano in ogni epoca, non solo in quella open: raggiungere almeno gli ottavi in tutti e quattro i tornei dello Slam. Dopo Australian Open 2013 e 2015, Roland Garros 2012 e Wimbledon 2013, gli mancano appunto solo gli US Open. Del resto il bilancio dei precedenti era tutto a favore di Nole: 10 successi in altrettanti incontri. Seppi solo una volta è andato vicino a battere il tennista di Belgrado: tre anni fa a Parigi è stato avanti di due set prima di arrendersi al quinto.

 

AVANTI VINCI. Roberta Vinci è la prima azzurra a staccare il biglietto per gli ottavi degli US Open femminili, quarto ed ultimo Slam della stagione in corso sui campi in cemento di Flushing Meadows a New York. In corsa al terzo turno ci sono anche Sara Errani e Flavia Pennetta, che torneranno in campo sabato. Dal 2008 in avanti l’Italia ha sempre piazzata almeno una sua rappresentante nei quarti di finale e quest’anno ci sono tutte le premesse per ripetersi, col terzetto Vinci-Errani-Pennetta promosso fra le migliori 32.

La Vinci, numero 47 Wta, si è imposta in tre set sulla 26enne colombiana Mariana Duque-Marino, numero 96, complicando un match che sembrava saldamente nelle sue mani: 61 57 62 in due ore esatte. tocca alla Errani e alla Pennetta. La 28enne romagnola, testa di serie numero 16 (quarti nel major statunitense nel 2014 e semifinale nel 2012), al secondo turno ha battuto in rimonta per 06 64 63 la giovane lettone Jelena Ostapenko (18 anni e numero 114 Wta), partita dalle qualificazioni, campionessa junior a Wimbledon nel 2014. Sara ha dovuto battere due avversarie per continuare la sua corsa del torneo: la promettente lettone ed un fortissimo mal di gola. Prossima avversaria l’australiana Samatha Stosur, 22esima testa di serie: la 31enne di Brisbane, campionessa a New York nel 2011, è avanti per 5-2 nei precedenti ma l'azzurra si è aggiudicata le ultime due sfide. A Flushing Meadows le due si sono già affrontate nel 2010, proprio al terzo turno, con il successo dell'Aussie in due set.

Tutto facile per la Pennetta numero 26, che agli US Open vanta una semifinale nel 2013 e quattro quarti (2008, 2009, 2011 e 2014). La 33enne brindisina ha sconfitto nettamente Monica Niculescu, numero 41 Wta: 61 64 in un’ora e 19 minuti con qualche affanno solo nel finale, quando la rumena ha rimontato da 5-2 annullando all’azzurra tre match point e ha avuto la palla del 5-5 cancellata dall'azzurra con un ace. Sabato al terzo turno Flavia attende la la ceca Petra Cetkosvska, numero 149 mondiale, che a sorpresa ha eliminato la danese Caroline Wozniacki, quarta favorita, al tie break del terzo set: 64 57 76 (1). Trent’anni di Prostejov, il suo miglior risultato in uno Slam è l’ottavo raggiunto a Wimbledon nel 2011. La Pennetta ha vinto entrambi i precedenti con la Cetkosvska. Flavia e Sara in caso di successo potrebbe poi incrociarsi negli ottavi.

 

 

GRANDI WILLIAMS. Ha urlato, si è dimenata come una belva ferita, è stata sull’orlo di una crisi di nervi. Ma alla fine vince sempre Serena Williams: 3-6 7-5 6-0 Four to go: le mancano quattro partite per completare il Grande Slam. il Sacro Graal dei tennisti centrato in passato solo da Donald Budge e Rod Laver tra gli uomini e da Maureen Connolly, Margaret Smith Court e Steffi Graf tra le donne. La numero uno indiscussa del circuito sta tuttavia accusando, ed è comprensibile, la pressione psicologica che accompagna l’ultimo sforzo e l’aria di festa che già si respira a New York. In circostanze normali la connazionale Bethanie Mattek-Sands, estrosa (e colorata) quanto si vuole, ma pur sempre numero 101 del ranking mondiale, le avrebbe fatto giusto il solletico. Invece dopo circa un’ora e venti minuti di gioco sull’Arthur Ashe Stadium strapieno Serena si è ritrovata sotto di un set e 5-5 nel secondo dopo aver servito sul 5-3. Una situazione non proprio comoda contro un’avversaria stravagante, ma proprio per questo pericolosa nella sua incoscienza e imprevedibilità.
Nel 2010 era stata fermata in semifinale solo da una Kim Clijsters lanciatissima verso il tris nello Slam a stelle e strisce. Da allora New York era stata poco benevola con Venus Williams: fuori una volta al primo turno, due al secondo ed una al terzo (lo scorso anno, stoppata da Sara Errani al termine di un match dal punteggio perlomeno curioso: 60 06 76).
Questa volta, a 35 anni, "Venere" è ritornata finalmente negli ottavi, e lo ha fatto battendo per 63 64 Belinda Bencic, la stellina svizzera che il mese scorso a Toronto aveva dato un grosso dispiacere a Serena. Con determinazione e freddezza Venus ha messo in evidenza la mancanza di esperienza della 18enne di Flawil, astro nascente del tennis mondiale - plasmata da mamma Hingis e seguita in tribuna da Martina - che pure lo scorso anno a Flushing Meadows era riuscita ad arrivare fino ai quarti, evidente quando le ha rifilato cinque giochi di fila che le hanno permesso di rimontare dall'1-4 nel secondo parziale e di chiudere l'incontro senza sprecare troppe energie.

comments powered by Disqus