Sutton ala versatile per Aquila

Liquidata con un sorriso l’Odissea che lo ha visto rimbalzato per due giorni tra gli aeroporti degli Stati Uniti, della Germania e dell’Italia a causa dello stallo dei sistemi informatici degli aeroporti della costa Est, Dominique Sutton si è presentato alla Dolomiti Energia Trentino alla sua maniera: mettendosi subito al lavoro. Al mattino con una seduta di preparazione fisica personalizzata agli ordini di Christian Verona, nel pomeriggio sul parquet del PalaTrento mettendosi a disposizione di coach Maurizio Buscaglia. Prima, però, per il nativo della North Carolina, fresco di titolo della D-League con la maglia dei Santa Cruz Warriors, la presentazione ufficiale alla stampa, accolto ufficialmente nel club bianconero dal saluto del presidente Luigi Longhi.

LUIGI LONGHI (Presidente DOLOMITI ENERGIA TRENTINO): «Con Dominique accogliamo nel nostro roster un giocatore di grande utilità, che potrà darci una mano in tanti ruoli differenti e che, ne sono convinto, ci farà anche divertire molto con la sua grinta e la sua energia».

DOMINIQUE SUTTON (Ala DOLOMITI ENERGIA TRENTINO): «Sono contento di poter avere questa occasione a Trento, spero che questa stagione possa offrirmi l’opportunità di migliorare come giocatore e farmi ottenere uno status da player di livello europeo. Sono un giocatore che in campo può occupare tante posizioni diverse, che ha il suo punto di forza nell’energia, nella capacità di penetrare e attaccare il ferro, ma che deve migliorare nel tiro. Anche per questo penso di poter dire che i miei punti deboli sono il tiro da tre punti, non perché non possa tirare o non faccia canestro ma perché preferisco altre soluzioni, e i tiri liberi: negli ultimi anni le mie percentuali sono scese attorno al 60% e questa è una cosa a cui non sono abituato e a cui voglio rimediare con un bel po’ di lavoro.

Ho già parlato col coach, e sono pronto a mettermi a disposizione del team e del club per fare quel che ci si aspetta da me: una grande stagione, venendo dalla panchina per garantire difesa, energia, ed essere quel cagnaccio che sono sempre stato ovunque abbia giocato. Io adoro fare il lavoro sporco, quello che gli altri non svolgono volentieri. A me non interessa avere tanti tiri, segnare molti punti: io voglio solo vincere.

Ci aspetta una stagione molto dura, giocando ogni due o tre giorni, ma questo non sarà un problema. Basterà allenarci a dovere, mangiare bene, e gestire il nostro corpo al meglio, macinando impegni senza aver paura di fare il nostro mestiere. Che comprende lavorare duro sul campo, ma anche gestire al meglio i tanti viaggi e gli impegni ravvicinati.

I miei nuovi compagni? Conoscevo già personalmente Jamarr Sanders, che ha giocato una Summer League con me e che ho trovato da avversario due anni fa in D-League proprio come Tony Mitchell, e conoscevo di fama Julian Wright, che lasciò Kansas l’anno prima che venissi reclutato dal college rivale di Kansas State. Siamo un bel gruppo, non vedo l’ora di vederci assieme sul campo».

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