«I giovani dell'Aquila patrimonio del futuro»

di Marcello Oberosler

Non solo americani e playoff scudetto, non solo PalaTrento e giocatori professionisti: Aquila Basket significa anche lavoro e valorizzazione nella crescita del proprio settore giovanile. Il responsabile delle varie squadre «junior» bianconere, Alessio Marchini , è reduce con la sua squadra under 19 (guidata da head coach) da una stagione indimenticabile, terminata a un passo dai quarti di finale alle finali nazionali: «Spesso ci si ricorda solo di come finiscono le stagioni - commenta coach Marchini che è confermato -, ma considerando l'annata nella sua interezza devo dire che sono molto soddisfatto: la squadra è cresciuta, ha vinto diciannove partite su ventiquattro in stagione, giocandosela a viso aperto contro tutto e tutti.

Siamo arrivati all'appuntamento delle finali nazionali in Piemonte con l'etichetta di possibile outsider e ci siamo giocati le nostre carte, vincendo due belle partite contro avversarie blasonate come Virtus Bologna e Reggio Emilia prima delle sconfitte con Stella Azzurra e Biella che ci sono costate l'eliminazione. Avevamo inserito in gruppo da poco più di un mese Picarelli dall'Armani Milano, quindi Flaccadori ci ha raggiunti direttamente da Sassari dopo l'eliminazione della prima squadra nei playoff. Insomma, all'atto finale della nostra stagione non tutti i pezzi del puzzle si sono incastrati in maniera perfetta: rimango comunque orgoglioso di quello che abbiamo fatto quest'anno».

L'imminente rivoluzione dei campionati costringerà anche la società di via Fogazzaro ad una serie di contromosse: il passaggio dall'under 19 all'under 20 come «ultimo stadio» dei settori giovanili sarà di difficile gestione per gran parte delle realtà italiane, visto che l'avventura nelle «under» dei ragazzi non si fermerà più al termine delle scuole superiori, momento chiave nella vita dei giovani anche al di là della pallacanestro. «Il prossimo anno - commenta Marchini - non avremo una squadra under 20, non abbiamo i numeri per partecipare. Tanti ragazzi studieranno in altre città, prendendo strade diverse dalla pallacanestro, come in fondo è giusto che sia. Alcuni resteranno in un modo o nell'altro nell'orbita della prima squadra: Flaccadori proseguirà il suo consolidamento come giocatore di serie A, Bernardi (convocato in azzurro nell'Under 18) è un patrimonio della società anche perché trentino, Bellan e Bertocchi continueranno a crescere».

In attesa di importanti novità sul futuro della prima squadra e delle giovanili, Trento si gode la crescita della sua «scuola di talenti»: «La nostra priorità dev'essere allargare il bacino del nostro reclutamento, riuscire a trovare più ragazzini con cui dare ossigeno al movimento. Non solo in città, ma anche sul resto del territorio: abbiamo tante squadre e tanti buoni allenatori per «costruire» giocatori di basket che possano competere anche ad alto livello, o che possano sognare una carriera da cestista. Lo abbiamo dimostrato in questi ultimi anni, alle finali nazionali gli addetti ai lavori ci hanno fatto i complimenti: adesso bisogna continuare a crescere, passo dopo passo».

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