Francesca Dallapé, ora il sogno è Rio de Janeiro

La campionessa trentina è già con la mente rivolta alle Olimpiadi

di Marcello Oberosler

Ha appena messo al collo la settima medaglia d'oro europea nei tuffi sincronizzati dai tre metri, ma Francesca Dallapè ha ancora negli occhi lo stesso bagliore e la stessa passione dei bambini che si tuffano in acqua per la prima volta. All'interno del «Torneo Tuffi Trento - Tutti sul trampolino», manifestazione organizzata al Lido Manazzon in via Fogazzaro dalla Buonconsiglio Nuoto, la ventottenne di Villamontagna per una volta è stata protagonista fuori dall'acqua, seguendo con interesse le evoluzioni dei giovanissimi protagonisti e prendendosi una piccola pausa dal fitto calendario di allenamenti in vista dei mondiali di Kazan. Serena, sorridente e concentrata: la campionessa trentina d'altronde a Rostock non ha solo vinto l'oro in collaborazione con l'inseparabile Tania Cagnotto, ma si è fermata solo ai piedi del podio nella gara individuale dai tre metri.

«Quest'anno ho lavorato tanto per questa gara - commenta la campionessa trentina -, a volte un quarto posto viene percepito come una delusione, o un'occasione mancata, ma questa «medaglia di legno» per me è una bellissima soddisfazione che mi fa credere ancora di più nelle mie capacità. Ho eseguito bene i tuffi che in passato mi avevano messa un po' in difficoltà, e sono stata molto regolare, ottenendo voti sempre intorno al 7 o 7,5».

E la crescita di Francesca nel singolo («Io le ho sempre detto che avrebbe potuto competere ad altissimi livelli anche nelle gare individuali, oltre che nel sincronizzato», rivela sorridendo la sua allenatrice Giuliana Aor) non ha inceppato i meccanismi perfetti instaurati con Tania Cagnotto: «Vincere il settimo oro europeo consecutivo è stata una bellissima emozione, come sempre. Vi assicuro - riprende Dallapè - che non ci si stufa mai di vincere, ogni medaglia ha un sapore unico e particolare». 

Adesso lo sguardo ottimista della tuffatrice trentina è già rivolto alle Olimpiadi di Rio: «Prima però bisogna rimanere coi piedi per terra e qualificarsi. Con Tania abbiamo un conto in sospeso con le Olimpiadi dopo le lacrime di Londra, siamo pronte a rimetterci in gioco e inseguire questo sogno. La gara individuale? Le dodici finaliste del mondiale di Kazan tra poco più di un mese staccheranno il pass per il Brasile, farcela subito per me sarebbe l'ennesimo sogno che diventa realtà». 

La concorrenza però non mancherà, come sottolineato dall'allenatrice Giuliana Aor: «Soprattutto quando ci si confronta nei campionati mondiali, bisogna essere pronti a fare i conti con tante ragazze (o ragazzine, vista l'età di alcune delle atlete in gara) che presentano tuffi dai coefficienti molto elevati e che sono davvero difficili da sopravanzare. Francesca e Tania dalla loro hanno la grande esperienza accumulata in questi anni ad alto livello, oltre alla loro «marcia in più» quando si tuffano insieme. Hanno raggiunto un'intesa e un affiatamento difficilmente pareggiabile anche ai vertici mondiali». 

E la poesia dei tuffi della coppia più vincente nella storia italiana di questo magico sport negli ultimi anni ha contagiato anche i giovanissimi: «La spinta dei successi di Francesca e Tania si è percepita, qui a Trento come movimento purtroppo paghiamo la mancanza quasi totale di strutture adeguate per allenarci e per dare continuità alla crescita degli allievi. Sono anni che ci viene promessa la copertura della vasca dei tuffi qui al Lido Manazzon, ma siamo ancora al punto di partenza. Per ottenere risultati migliori occorre partire da strutture adeguate che possano rispondere alle esigenze degli atleti, che oggi significa puntare con decisione sulla preparazione fisica e atletica».

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