Dorothea, mille sfumature della felicità e dei sogni

di Luca Perenzoni

«Oh, buongiorno signora Corradini!». E scatta la prima risata. Cristallina, coinvolgente, quasi travolgente; un po' il marchio di fabbrica di Dorothea Wierer. Dopo il matrimonio con Stefano Corradini, responsabile tecnico del fondo trentino, Dorothea Wierer è ormai ufficialmente fiemmese. Nove giorni fa la cerimonia ha richiamato nel Parco di Cavalese mezza valle, tra sportivi locali allenati o conoscenti di Stefano e campioni azzurri degli sport invernali. Oltre agli immancabili curiosi.

«È stata una giornata davvero speciale - racconta Dorothea, cercando spesso con lo sguardo il "suo" Stefano -. Fino alla vigilia ero in trepidazione temendo il freddo o la pioggia, ma per fortuna è filato tutto liscio. Perfetto, dalla cerimonia in doppia lingua al coro di Trodena chiamato dalla madre di Stefano (originaria proprio di Trodena, ndr), fino agli scherzi organizzati dagli amici all'uscita da chiesa, compreso un mini-circuito disegnato nel parco da percorrere con gli sci sull'erba, con tanto di poligono per il tiro. Fantastico! E poi il ricevimento, allestito alla grande dagli amici Marco e Alessandro Gilmozzi a Cavalese ci ha lasciati senza parole, davvero».
A pochi giorni dalle nozze, i ricordi della cerimonia colpiscono subito all'ingresso nell'appartamento, nel cuore di Castello di Fiemme.

«Questa è un'autentica opera d'arte, un dipinto realizzato da Franco Murer sulla corteccia di abete, l'ha fatta realizzare la mia fisioterapista - racconta Dorothea - un pensiero davvero originale come questo album di fotografie. Con una Polaroid d'annata alcuni amici hanno fermato alcuni scatti della giornata e raccolto le dediche di tutti, così già alla sera avevamo a disposizione una sorta di album».
Inutile fermarli, inevitabile che il discorso finisca lì. Anche se a dominare la zona living dell'appartamento, arredato in stile alpino con sparute concessioni al moderno, è una fotografia di Dorothea e Stefano in spiaggia. E sicuramente non è del matrimonio.
«Eravamo in Brasile, l'anno scorso. Abbiamo conosciuto una famiglia brasiliana che in inverno viene a sciare a Sesto Pusteria, vicino ad Anterselva e abbiamo colto l'occasione per una vacanza nel Nudamerica».
Bello viaggiare, eh? 
«Mi piace molto - confessa Dorothea - da atleta viaggio ma i momenti di relax sono rarissimi ed allora quando mi muovo da turista preferisco dedicarmi al riposo e crogiolarmi al sole. In genere ogni anno riesco a prendermi un paio di momenti di stacco, con Stefano o con le amiche e colleghe; in primavera siamo scappate a Ibiza e con noi c'era anche la russa Ekaterina Yurlova».
Proprio quella che ai Mondiali ti ha di fatto cacciato giù dal podio dell'inseguimento?  
«Sì, sì, proprio lei: eravamo amiche prima, lo siamo anche dopo, ci mancherebbe altro!».
Chissà ad Ibiza quanto divertimento...
«Non nascondo che mi piaccia fare festa, ma garantisco che quando sono in vacanza punto quasi esclusivamente al relax e al recupero. Tanto, tanto sole. Anche se poi a diventare nero è Stefano che si abbronza in un attimo e poi mi sfotte».
In tutta onestà non sembri il tipo da lasciarsi prendere in giro facilmente...
«Ovviamente poi rispondo» e giù a ridere. «Fortunatamente non litighiamo tra di noi, ma quando serve ci scambiamo qualche bella frecciatina: cerchiamo di capirci al volo e rimetterci subito in carreggiata, non ci piace tenere il muso a lungo».
«Anche se...»
Prosegui pure, Stefano.
«Anche se a volte le piace far finta di essersi offesa. Ma ormai ho imparato a conoscerla e tutto va a finire sempre in risata». 
E la vostra giornata?  
«Il giorno se ne va con gli allenamenti. Nel pomeriggio quando torniamo a casa ci rilassiamo un momento, poi cerchiamo di uscire, per un aperitivo o per una cenetta, proprio per staccare. Se invece restiamo a casa ci alterniamo in cucina visto che piano piano sto diventando brava, ma poi i piatti li lava lui, a me non è che piaccia molto... ma in compenso faccio tutte le pulizie, l'aspirapolvere è il mio scettro e sono quasi una maniaca dell'ordine e della puntualità. L'importanza della precisione me l'ha insegnata qualche anno fa Andreas Zingerle, l'ex biatleta ed ora nostro allenatore».
E il dopo cena?  
«Poca televisione, molta musica, un po' di tutto, dalla radiofonica agli AC-DC sul divano con l'immancabile copertina (sono una freddolosa!), dando un'occhiata a pc e telefono e magari prendendo del tempo per rispondere alle lettere dei fan».
Non dirmi che ne arrivano tante! 
«Davvero, guarda qui» e apre un paio di cassetti che strabordano di lettere. Austria, Germania, Norvegia ma la maggior parte arriva dalla Russia. «Cerco di rispondere a tutti, nel limite del possibile, ma a volte è difficile. Però mi fa piacere avere un rapporto quanto più diretto con i fan e allo stesso modo con gli sponsor: non ho mai pensato ad un manager o roba simile, preferisco arrangiarmi io».
E tra tante lettere, chissà quante dichiarazioni d'amore, vero Stefano?  
«Tantissime, ma fa parte del gioco; non posso di certo prendermela. Anzi, questa è fantastica, guarda un po' qua» e mostra un fotomontaggio pubblicato su Instagram da un tifoso armeno che la sera del matrimonio si è preso la briga di sostituirsi a Stefano in una foto della cerimonia. 
E non sei geloso?  
«Ma no, quando c'è fiducia non c'è gelosia. Poi mi rendo conto che sia carina e che attiri attenzioni, ma alla fine è tutto di guadagnato».
Basta che non si esageri, vero Dorothea?
«Esatto, in quest'ultima stagione l'attenzione è aumentata parecchio, specie nel fine settimana di Anterselva in cui tutto sembrava ruotare attorno a me. Ne sono uscita frastornata e ho dovuto stare una settimana nel letto per ritrovare le forze mentali».
Talento (4 titoli mondiali juniores), simpatia (innegabile), bellezza sono però le chiavi del successo.
«Bella non so, mi piacerebbe essere più magra, cioè meno muscolata ma il mio fisico è così; specie in estate a volte vorrei avere braccia e gambe meno muscolose».
In compenso un filo di trucco non manca mai... 
«Vero, anche quando sono a casa non rinuncio ad un filo di mascara...»
E per quanto riguarda il vestiario?  
«Faccio molta attenzione a quello che indosso, specie ai particolari come l'orecchino in tinta o all'abbinamento dei colori; al momento amo molto il giallo e l'arancio, ma li amo tutti».
Stefano ha qualcosa da dire, a proposito.
«Da quando sono con lei ho scoperto l'esistenza di milioni di colori diversi, quello che per me è rosso per lei ha mille sfumature e non è permesso definirle tutte uguali: in questo cassetto ci sono tutti gli occhiali da sole, uno per ogni colore e per ogni occasione».
Vezzi da donna, verrebbe da dire.
«Però è tutto in ordine, visto che roba?» ribatte Doro che a venticinque anni è nel pieno della carriera agonistica. 
E qualche vizio, non c'è?  
«Il cioccolato, ne vado matta. Ogni tipo, ogni marca; anche se faccio di tutto per comprare quello più fondente che in teoria mi fa meno male».
E a metter su famiglia, già ci pensi?  
«Sì, certo! Vengo da una famiglia numerosa e mi piacerebbe avere 4 o 5 figli, magari anche dei gemelli, ma ogni cosa a suo tempo anche perché tra il piacere di averli ed il poterli mantenere ce ne passa. Meglio pensare ad uno step per volta».
Intanto però c'è da pensare al biathlon.
«Mi sento un po' in colpa per aver saltato gli allenamenti nelle ultime settimane, devo recuperare ma già nel viaggio di nozze in Sardegna riprenderò ad allenarmi seriamente con skiroll, corsa e bici. Per il futuro vedremo, come ho già detto la mia intenzione è quella di non tirarla troppo lunga, la carriera. Mi piace gareggiare finché ho soddisfazioni, dopo di che meglio smettere e dedicarsi ad altro».
Allora appuntamento al prossimo inverno. Sarà Dorothea Wierer o Dorothea Corradini?
«Resto Wierer; invece la novità sarà il fucile: completamente rosso. Lo sta preparando un artigiano di Anterselva; credo di essere l'unica ad avere il calcio in carbonio colorato; il mio fucile vecchio l'ho passato a mia sorella minore, Magdalena che inizia a sparare con il calibro 22».
Insomma, un altro modo per farsi riconoscere. Ma in fondo Dorothea è una che si fa notare, da sempre, sin da giovane, in pista e fuori.
«Ma la sua grande qualità è che non se la tira per nulla, anzi. E non è nemmeno permalosa» è la chiosa di Stefano. 
E l'occhiata finale, tra i due, dice molto più di mille album di nozze.

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