Parma, Manenti non parte: sequestrata anche la macchina

Aveva appena lasciato il centro storico di Parma rischiando il linciaggio per i tifosi crociati inferociti ma dopo pochi metri ha dovuto abbandonare la propria auto, sequestrata dagli agenti della polizia municipale.
Protagonista il presidente del Parma Fc Giampietro Manenti: sul mezzo, una Citroen C3, gravavano infatti multe non pagate per 1.900 euro complessivi.

A quel punto gli agenti hanno provveduto al blocco amministrativo del mezzo e il presidente Manenti e la sua collaboratrice sono rimasti a piedi.

Ieri i giocatori del Parma avevano annunciato che in questo clima, con le persistenti difficoltà economiche della società, non aveva senso scendere in campo: «Domenica non andremo a Genova, abbiamo chiesto il rinvio della partita», aveva detto Alessandro Lucarelli, comunicando la decisione della squadra, arrivata al termine di una mattinata controversa. Il capitano del Parma, con Gobbi, Mirante e Donadoni, si era recato in precedenza in Procura: i quattro sono stati convocati come persone informate dei fatti dai pm che stanno indagando sulla situazione della società crociata.

Nel frattempo la squadra alle 11 di ieri aveva iniziato la propria seduta d’allenamento e Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione calciatori (Aic), aveva varcato i cancelli del centro sportivo. Ed è proprio parlando con i propri rappresentanti che i giocatori hanno deciso di chiedere il rinvio della gara. «Se non ci verrà concesso - ha affermato Lucarelli - allora sarà sciopero, con il conseguente 3-0 a tavolino che però falserà il campionato.
Proprio per questo chiediamo il rinvio della gara. I motivi? Non ci sono le condizioni per giocare, ogni giorno portano via qualcosa».

Pochi minuti prima, infatti, gli ufficiali giudiziari avevano effettuato l’ennesimo pignoramento di alcune attrezzature sia allo stadio Tardini che all’interno del centro sportivo. E il capitano crociato non ha risparmiato una frecciata all’ex presidente Ghirardi: «Secondo lui è molto facile salvare il Parma, basta vendere due giocatori in comproprietà. Lo invito quindi a tornare e salvare la società».

Il circo mediatico si è poi spostato da Collecchio all’ingresso del Comune di Parma, dove nel pomeriggio era in programma l’incontro tra Manenti ed il sindaco Pizzarotti.

Il presidente del Parma è arrivato puntuale all’appuntamento: «Per me domenica si giocherà» sono le sue parole prima di entrare. Tavecchio, in quel momento, stava dando l’ufficialità del rinvio della gara.

L’incontro, durato circa un’ora, ha però sancito la chiusura totale dei rapporti da parte del sindaco di Parma, che dà un giudizio severo su Manenti: «Non ci ha dato garanzie, non è un interlocutore credibile. Ha eluso le nostre domande. Non ha le idee chiare, non ha un piano: è andato in banca prima di venire qui, ci è tornato dopo, ma un piano concreto non c’è. Non sarebbe facile gestire qualsiasi situazione, per una persona così. A maggior ragione una situazione grave come questa.

Non mi interessa se una persona del genere porta 40-50 milioni: è una persona che non ha credibilità sulla città, se arrivano i 50 milioni - l’affondo di Pizzarotti - e ammesso che mai arrivino, mi chiedo da dove vengono, visto che questa persona non ha liquidità in Italia. Ho già contattato Lega e Aic, ora sentirò Tavecchio: chiuderemo il Tardini e lo inibiremo all’uso», ha concluso il primo cittadino.

La corsa di Manenti, dunque, sembrerebbe terminata, almeno secondo il sindaco di Parma. Di sicuro la sua «processione» al termine dell’incontro si è conclusa a bordo di una volante della polizia, dopo che per ben un chilometro il presidente ha fatto slalom nel traffico cittadino assediato da circa un centinaio di persone: i giornalisti gli rivolgevano domande, i tifosi gli insulti. E di concreto, per l’ennesima volta, non c’è ancora nulla.

comments powered by Disqus