Mondiali, primo titolo alla sexy Anna Fenninger

La più felice dopo il supergigante che ha aperto i Mondiali di Vail/Beaver Creek è stata ovviamente l’austriaca Anna Fenninger che dopo il titolo olimpico vinto un anno fa a Sochi si è portata a casa anche quello iridato vincendo in 1.10.29.

Un po' meno felice, invece, la slovena Tina Maze, argento a soli tre centesimi in 1.10.32 mentre la più delusa - ma non l’ammetterà mai meditando già vendetta nella discesa di venerdì - è stata l’osannata campionessa locale Lindsey Vonn: è finita «soltanto» terza e medaglia di bronzo in 1.10.44, il tutt sotto gli occhi del suo compagno Tiger Woods arrivato a Beaver Creek esibendo una dentatura perfetta dopo che a Cortina lo si era a visto senza un canino.

Niente da recriminare invece per le quattro azzurre che sono rimaste lontane dal podio - e dunque niente sorprese positive - ma che senza dubbio hanno dato il massimo in condizioni di gara assolutamente difficili. La valtellinese Elena Curtoni, nel giorno del suo 24/o compleanno, è stata ha migliore ed ha chiuso 10/a in 1.11.97. Più indietro Nadia Fanchini 12/a in 1.12.17 e Francesca Marsaglia 18/a in 1.12.62. Ma va reso soprattutto onore - la sua è stata davvero una gara eroica- a Daniela Merighetti che è scesa in pista pochi giorni dopo essere stata operata alla mascella fratturata in gara a Cortina d’Ampezzo. Una frattura - con anche quattro denti saltati ed un taglio al labbro - saldata con due placche al titanio e con conseguenti difficoltà persino ad alimentarsi con cibi solidi.

Daniela - Dada, la chiamano le amiche - ha attaccato alla grande ma è finita sullo sci interno in una curva traditrice volando via fortunatamente senza danni ma con comprensibile rabbia.
Sulla difficile pista donne Raptor la gara è iniziata con 30 minuti di ritardo e partenza abbassata per un forte vento a raffiche che ha comunque disturbato parecchie atlete. Il tutto su una pista di per sè gia molto complicata, con forti pendenze anche in diagonale e qualche dosso messo lì appositamente per complicarla ulteriormente. In più il tracciatore austriaco Roland Assinger ha disegnato un percorso in molti punti quasi da gigante e con curve strette su misura per la sua Anna: missione compiuta, verrebbe da dire. Decisive sono state le tre curve sul muro che immetteva sul lungo falsopiano prima del traguardo: è stato il passaggio decisivo della gara e Fenninger l’ha interpretato nel migliore dei modi.

Oggi, con partenza alle ore 19, va in scena il supergigante uomini. In pista ci saranno gli azzurri Dominik Paris, Christof Innerhofer, Werner Heel e Matteo Marsaglia e l’Italia ha decisamente possibilità molto concrete di andare a medaglia.

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