«Amavo Schwazer ma non l'ho mai coperto»

«Non coprirei mai chi si dopa e non merito una squalifica di più di quattro anni. Potrei decidere io stessa di voltare le spalle alle gare». A parlare, in un'intervista esclusiva al Fatto Quotidiano, è Carolina Kostner. «Se avessi saputo che Alex si dopava - dice la pattinatrice - per il suo bene innanzitutto, l'avrei convinto a confessare.
   

L'accusa di averlo coperto è per me insopportabile. Io non mi sono mai dopata, non ho mai aiutato Alex a farlo, e non ne ho saputo nulla fino a che il test è tornato positivo. Com'è possibile che chiedano una punizione più alta per me rispetto a tanti atleti squalificati per doping?». La pattinatrice spiega perché il 30 luglio 2012 ha mentito all'ispettore antidoping, negando che il fidanzato fosse a casa sua: «Ho avuto pochi secondi per decidere che cosa fare. Ho mentito su sua richiesta, ma non l'ho mai e poi mai coperto, perché non avevo idea di quello che facesse».
   

Torna anche sull'Epo lasciato in frigo da Schwazer: «Vedere una scatola di vitamine per me non significava nulla». Il macchinario ipobarico usato dal fidanzato per dormire? «Mi ha spiegato che serviva a migliorare la condizione del respiro. Pensavo fosse una persona in grado di difendersi da se stessa, di fare le scelte giuste. Io ero così felice che venisse finalmente a trovarmi per un paio giorni che non avrei perso tempo a discutere. Ripensandoci non avrei dovuto fidarmi, ma se vedi un macchinario non lo associ al doping». Infine, Kostner parla sul futuro che l'attende dopo la sentenza del tribunale antidoping: «Fino a oggi ho rappresentato il mio Paese. Da domani potrei pattinare solo per me stessa, portando opere e spettacoli in tutto il mondo».

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